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Respira aria, resiste al fango e si riproduce da solo: il cobite orientale

Il pesce orientale colonizza i fiumi: inizia l’allerta per le specie invasive

Il cobite da stagno, capace di sopravvivere senz’acqua e riprodursi da solo

Un piccolo pesce dall’Asia mette in pericolo gli ecosistemi del Canada

Un pesce resistente, capace di sopravvivere anche fuori dall’acqua, è stato individuato per la prima volta allo stato selvatico nella regione delle Maritimes, in Canada orientale. Si tratta del cobite da stagno orientale, noto anche come Misgurnus anguillicaudatus, un piccolo pesce d’acqua dolce originario dell’Asia, comunemente venduto negli acquari. L’avvistamento è avvenuto nel fiume LaHave, in Nuova Scozia, durante un controllo del Nova Scotia Invasive Species Council. 

La scoperta ha immediatamente sollevato preoccupazioni tra gli esperti, per via delle potenziali conseguenze sugli equilibri ecologici locali. Il cobite è noto per la sua capacità di vivere in ambienti poveri di ossigeno, grazie a un meccanismo respiratorio che gli consente di assorbire ossigeno atmosferico attraverso l’intestino. In caso di siccità, può sopravvivere sepolto nel fango fino a tre mesi. Resiste a temperature tra i 2 e i 30 gradi e, soprattutto, si riproduce senza necessità di accoppiamento. Questa caratteristica asessuale accelera la sua diffusione, rendendo difficile ogni contenimento.

Oltre a competere con le specie autoctone per cibo e spazi di riproduzione, il cobite può alterare la composizione del fondale, rendendo le acque torbide e inospitali per altri pesci. È anche portatore di parassiti e patogeni potenzialmente dannosi sia per la fauna locale che per l’uomo.

Si stima che le specie invasive causino ogni anno danni ambientali ed economici per oltre 35 miliardi di dollari a livello globale, incidendo su circa il 60% delle estinzioni registrate. Secondo le autorità, è probabile che l'esemplare sia stato rilasciato illegalmente da un acquario domestico, una pratica purtroppo ancora diffusa nonostante i divieti. A segnalare la presenza del pesce è stato un cittadino, che ha documentato l’avvistamento sulla piattaforma iNaturalist, strumento sempre più utilizzato per il monitoraggio partecipativo della fauna.

La scoperta ha portato le autorità a intensificare i controlli, ma la vera arma resta la prevenzione: informare la popolazione sui rischi delle specie aliene e sul comportamento responsabile da tenere quando si possiedono animali esotici. In gioco c’è la salvaguardia della biodiversità acquatica del Canada, oggi più che mai sotto pressione.

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