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24 Giugno 2025 - 10:36
La sindaca Elena Piastra
Elena Piastra ha finalmente calato le braghe. Ma non per umiltà, sia chiaro: per calcolo. Perché quando la protesta monta, le firme si moltiplicano e pure gli alberi sembrano sussurrare “basta cemento”, tocca abbandonare la linea dura e fingere di ascoltare. Così, con la consueta aria da maestrina che spiega le regole ai cittadini ignoranti (tanti lo sono davvero), la sindaca si è degnata di scrivere un lunghissimo post per dirci che – udite udite – forse quella strada non si farà più.
Ma tranquilli: era tutto già previsto. Dopo. Sì, perché Piastra non sbaglia mai. Sono gli altri che non capiscono. Lei è lì da sei anni (sono più di 15 in verità) a proteggere il suolo come una ninfa dei boschi, mentre i cittadini, poveri sciocchi, si ostinano a chiamare “tangenziale” una strada che secondo lei non lo è. “È solo una stradina, una corsia, una ciclabile”, spiega. Certo, ci verrebbe da rispondere, chissà che cosa ne pensano gli insetti impollinatori – ormai i preferiti della comunicazione settimese.
Che poi - dice lei - quella strada – tangenziale o meno – era prevista da trent’anni! Insomma colpa di Ossola perchè a Settimo è sempre colpa di qualcun altro, mai sua: "Strade? Colpa di Meloni", "Trasporti? Colpa di GTT", "Rotture acquedotto? Colpa di Smat", "Luce? Colpa di Enel", "Scuola al caldo? Colpa di Cristo!"
Già che c’era, poteva citare anche il Codice di Hammurabi o il testamento di Nabucodonosor. Ma nessuna parola, ovviamente, su chi quella previsione poteva rimuoverla. Tipo, chessò… Lei. La sindaca. La Giunta. L’amministrazione attuale.
Ma perché assumersi una responsabilità, quando si può comodamente dire: “Era già tutto deciso”?
Nel frattempo, però, i palazzi si costruiscono eccome. Si limitano i consumi di suolo, certo, ma solo sulla carta. Perché nel mondo reale Settimo cresce in verticale, e tra un rendering e una conferenza stampa, le ruspe continuano il loro lavoro.
Basta cambiare etichetta, e tutto profuma di lavanda: il PRG è “green”, l’urbanistica è “sostenibile” e le colate di cemento sono “rigenerative”.
Il capolavoro finale? La partecipazione. Secondo la sindaca, la colpa del gelo istituzionale è del “periodo bianco”, quel lasso di tempo sacro in cui non si può decidere nulla. Certo, però si poteva incontrare, rispondere, parlare, aprire un confronto. Ma da aprile a dicembre, silenzio. Poi un incontro. Poi di nuovo silenzio. E ora, finalmente, quando la petizione è diventata troppo ingombrante per essere ignorata, ecco la redenzione improvvisa: “Toglieremo la strada nella prossima variante”. Un applauso.
Peccato che nessuno ormai ci creda più. Perché nel frattempo i cittadini si sono fatti un’idea ben chiara: a Settimo decide una persona sola. Il Consiglio comunale? Un'armata bracalone a sua immagine e somiglianza dove la politica ha lasciato spazio a parrucchieri, ballerini, attori e opportunisti, dove si alza la mano e si vota quello che la Giunta ha già deciso.
La partecipazione? Un modo elegante per dire “parlate pure, tanto facciamo come ci pare”. E oggi, che le firme spaventano più di un’interpellanza, si cambia tono. Non perché è giusto, ma perché conviene.
Ah già giusto, come ogni storia a lieto fine scritta da chi detiene il potere, non poteva mancare il passaggio sul bene collettivo.
“Il Piano Regolatore non risponde al proprietario, ma alla collettività”, scrive la sindaca.
Bellissimo. Commovente. Abbiamo le lacrime agli occhi... Peccato che il bene collettivo lo definisca lei, nel suo ufficio, con i suoi tecnici, con i suoi voti garantiti. E se qualche cittadino prova a contrastare? Strumentalizzatore. Disinformato. Emozionato. Malizioso. Fascista... Come osano, questi "ignoranti" con le loro osservazioni protocollate e le loro firme?
Insomma, la strada forse non si farà. Ma la fiducia, quella sì, è già stata asfaltata. E questa volta non serve una variante urbanistica per sistemarla.
Succede a Settimo Torinese, nel 2025. Una città che ama definirsi attenta alla sostenibilità, dove però una petizione firmata da 2.709 cittadini per fermare un’opera ritenuta inutile e dannosa è stata ignorata per oltre un anno.
La storia inizia tra settembre 2023 e marzo 2024, quando Legambiente, insieme a decine di associazioni e cittadini, raccoglie migliaia di firme contro il progetto di una nuova strada prevista nella variante del Piano Regolatore: la cosiddetta “tangenziale interna”, un collegamento tra la rotonda del cimitero e via Castiglione. Un’opera giudicata inutile, impattante, pericolosa per l’ambiente e figlia di una vecchia logica di sviluppo urbano che oggi non ha più senso.
Il 15 aprile 2024 la petizione viene ufficialmente protocollata in Comune. Tutto regolare, se non fosse che da quel momento inizia il silenzio. Il regolamento comunale parla chiaro: entro 30 giorni il Comune dovrebbe rispondere, e le risposte – insieme alla petizione – dovrebbero essere rese pubbliche, come previsto dall’articolo 6. Invece passano i giorni, i mesi, le stagioni. Il 25 giugno 2024 si insedia la nuova Giunta, ma nulla cambia. Legambiente invia altre richieste, propone incontri, protocolla ulteriori solleciti. Tutto inutile. Nessuna risposta scritta. Nessun confronto vero.
Poi, all’improvviso, il 3 giugno 2025, la Commissione Consiliare Permanente Ambiente e Territorio invia una convocazione indirizzata a Gianni Ronchetti, già presidente di Legambiente il Girasole, invitandolo a partecipare alla seduta del giorno successivo.
Peccato che: Ronchetti non è più presidente dell’associazione, ora guidata da Mauro Gualeni; la convocazione arriva con appena 24 ore di preavviso e, soprattutto, il giorno stesso, arriva una seconda comunicazione del Comune che annulla tutto, definendo l’invito un “mero errore materiale”.
Il giorno dopo, Legambiente risponde con una lettera ufficiale, sottolineando il cambio alla guida dell’associazione e ribadendo che “sono trascorsi oltre 400 giorni dalla protocollazione della petizione senza alcuna risposta da parte dell’Amministrazione”. Una situazione che – a detta loro – “viola apertamente le regole comunali e i principi basilari della partecipazione democratica”.
Ma non finisce qui. Perché mentre in Comune si gioca al rimpallo, i cittadini si mobilitano. Giovedì 12 giugno, i volontari di Legambiente si presentano davanti al supermercato Conad (ex Bennet) per distribuire volantini e spiegare ai passanti cosa sta succedendo. Nel volantino, colorato e diretto, si legge in grande: “STOP alle opere inutili e ambientalmente dannose – STOP consumo di SUOLO”.
E ancora: “La risposta sta soffiando nel vento”, citando Bob Dylan, ma con un’ironia amara. Perché il vento, a Settimo, sembra trovare solo porte chiuse.
Nel testo si ripercorre tutta la vicenda e si spiega che la nuova strada non solo è inutile, ma si colloca in una zona che il Piano Regolatore stesso definisce come “inedificabile”.
Nelle risposte informali inviate in passato, si parla di “ridurre la carreggiata”, ma la strada si farà comunque. Oggi è tutto un altro dire. La tangenziale non si farà più: parola di Piastra
Contro la tangenziale: Fridays For Future Torino, Pro Natura Torino, UILDM Chivasso, Legambiente Valle d’Aosta, Comitato NoTangEst Chieri, Legambiente Aquilone Torino, Legambiente Vercellese, Lega per l’Abolizione della Caccia Piemonte, Terre di Nessuno Gassino Chieri, oltre al parroco dei Mezzi Po Don Paolo Mignani e al rappresentante dello SPI-CGIL Alfredo Passarino.
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