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Settimo, 2.709 firme ignorate. Il Comune risponde: “Mero errore”

Petizione contro il consumo di suolo ferma da oltre un anno. Legambiente accusa l’Amministrazione di violare il regolamento e mobilita i cittadini

Settimo, 2.709 firme ignorate. Il Comune risponde: “Mero errore”

volantinaggio

Succede a Settimo Torinese, nel 2025. Una città che ama definirsi attenta alla sostenibilità, dove però una petizione firmata da 2.709 cittadini per fermare un’opera ritenuta inutile e dannosa è stata ignorata per oltre un anno. Nessuna risposta ufficiale. Nessuna convocazione vera. Nessuna discussione pubblica. Fino a quando, pochi giorni fa, è arrivata – e subito ritirata – una convocazione inviata per errore.

E allora Legambiente rompe il silenzio e denuncia: “Democrazia a rischio”.

La storia inizia tra settembre 2023 e marzo 2024, quando Legambiente, insieme a decine di associazioni e cittadini, raccoglie migliaia di firme contro il progetto di una nuova strada prevista nella variante del Piano Regolatore: la cosiddetta “tangenziale interna”, un collegamento tra la rotonda del cimitero e via Castiglione. Un’opera giudicata inutile, impattante, pericolosa per l’ambiente e figlia di una vecchia logica di sviluppo urbano che oggi non ha più senso.

conad

Il 15 aprile 2024 la petizione viene ufficialmente protocollata in Comune. Tutto regolare, se non fosse che da quel momento inizia il silenzio. Il regolamento comunale parla chiaro: entro 30 giorni il Comune dovrebbe rispondere, e le risposte – insieme alla petizione – dovrebbero essere rese pubbliche, come previsto dall’articolo 6. Invece passano i giorni, i mesi, le stagioni. Il 25 giugno 2024 si insedia la nuova Giunta, ma nulla cambia. Legambiente invia altre richieste, propone incontri, protocolla ulteriori solleciti. Tutto inutile. Nessuna risposta scritta. Nessun confronto vero.

Poi, all’improvviso, il 3 giugno 2025, la Commissione Consiliare Permanente Ambiente e Territorio invia una convocazione indirizzata a Gianni Ronchetti, già presidente di Legambiente il Girasole, invitandolo a partecipare alla seduta del giorno successivo.

Peccato che: Ronchetti non è più presidente dell’associazione, ora guidata da Mauro Gualenila convocazione arriva con appena 24 ore di preavviso e, soprattutto, il giorno stesso, arriva una seconda comunicazione del Comune che annulla tutto, definendo l’invito un “mero errore materiale”.

Un cortocircuito istituzionale che ha dell’incredibile, e che ha fatto infuriare i volontari e le associazioni.

Il giorno dopo, Legambiente risponde con una lettera ufficiale, sottolineando il cambio alla guida dell’associazione e ribadendo che “sono trascorsi oltre 400 giorni dalla protocollazione della petizione senza alcuna risposta da parte dell’Amministrazione”. Una situazione che – a detta loro – “viola apertamente le regole comunali e i principi basilari della partecipazione democratica”.

Ma non finisce qui. Perché mentre in Comune si gioca al rimpallo, i cittadini si mobilitano. Giovedì 12 giugno, i volontari di Legambiente si presentano davanti al supermercato Conad (ex Bennet) per distribuire volantini e spiegare ai passanti cosa sta succedendo. Nel volantino, colorato e diretto, si legge in grande: “STOP alle opere inutili e ambientalmente dannose – STOP consumo di SUOLO”.
E ancora: “La risposta sta soffiando nel vento”, citando Bob Dylan, ma con un’ironia amara. Perché il vento, a Settimo, sembra trovare solo porte chiuse.

Nel testo si ripercorre tutta la vicenda e si spiega che la nuova strada non solo è inutile, ma si colloca in una zona che il Piano Regolatore stesso definisce come “inedificabile”.

Eppure, l’Amministrazione insiste. Nelle risposte informali inviate in passato, si parla solo di “ridurre la carreggiata”, ma la strada si farà comunque. Per i promotori, questa è una presa in giro: “Non abbiamo chiesto una strada più stretta. Abbiamo chiesto che non venga proprio costruita.”

A firmare la petizione e sostenere la battaglia ci sono tantissime realtà locali e regionali: Fridays For Future Torino, Pro Natura Torino, UILDM Chivasso, Legambiente Valle d’Aosta, Comitato NoTangEst Chieri, Legambiente Aquilone Torino, Legambiente Vercellese, Lega per l’Abolizione della Caccia Piemonte, Terre di Nessuno Gassino Chieri, oltre al parroco dei Mezzi Po Don Paolo Mignani e al rappresentante dello SPI-CGIL Alfredo Passarino. Una rete civica trasversale e determinata, che oggi chiede una sola cosa: essere ascoltata.

Nell'aria, la domanda che i volontari hanno stampato a caratteri cubitali su tutti i manifesti continua a risuonare: “Democrazia a rischio?”
Una domanda che, dopo tutto quello che è successo, non sembra più retorica. Ma urgente.

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E qui comando io...

Siamo sinceri: nessuno si aspettava che a Settimo Torinese le petizioni popolari venissero accolte con tappeti rossi e fanfara. Ma nemmeno che venissero trattate come pubblicità indesiderata da cestinare senza nemmeno aprirla.

2.709 cittadini hanno firmato una richiesta semplice: non consumate altro suolo, non costruite un’altra strada inutile, almeno ascoltateci. Hanno protocollato, atteso, sperato. E l’Amministrazione Piastra? Ha risposto nel modo più elegante possibile: con il silenzio. Quel silenzio ovattato, passivo-aggressivo, che non è disinteresse ma metodo. Non c’è bisogno di reprimere, basta ignorare con classe.

Poi, dopo 14 mesi, il colpo di scena degno di una sitcom mal scritta: viene convocata la persona sbagliata, nel giorno sbagliato, con 24 ore di preavviso. Il Comune si giustifica con un meraviglioso capolavoro di understatement: “Mero errore materiale”. Un po’ come se un chirurgo operasse la gamba sbagliata e dicesse: “Scusate, svista.”

E qui si apre il capitolo più interessante. Perché non è l’errore in sé a scandalizzare, ma la naturalezza con cui viene trattato. Come se il problema fosse convocare l’uomo sbagliato, e non il fatto che la petizione è stata ignorata per un anno intero in violazione palese del regolamento comunale. Ma si sa, a Settimo il regolamento è come l’ombrello: c’è, ma si usa solo quando non serve.

E d’altronde, Elena Piastra non è una sindaca come le altre. È una specie di influencer istituzionale, sempre pronta a presenziare agli eventi giusti, parlare di ambiente nei contesti giusti, mostrarsi “green” quanto basta. Ma guai a disturbarla con richieste vere. Non chiamatela a rispondere a 2.709 firme: sta salvando il mondo. E' in campagna elettorale permanente... Pur e vuole fare solo cose che portano acqua ai suoi obiettivi. Non ha tempo per il marciapiede di via Castiglione.

Il fastidio è palpabile. La partecipazione popolare è gradita finché si limita a un cuoricino sotto un post. Ma quando diventa concreta, quando osa porre domande, ecco che si trasforma in una seccatura.

E allora Legambiente, quella fastidiosa banda di volontari che crede ancora nelle regole, nei diritti, nei suoli che non vanno asfaltati, si ritrova a distribuire volantini davanti al Conad. A spiegare ai cittadini quello che il Comune non vuole dire: che non solo la petizione è stata ignorata, ma che il progetto per la nuova strada va avanti, cambiando qualche misura ma non la sostanza.

E a chi chiede: “Ma la sindaca non dice nulla?”, la risposta è semplice: “No, è impegnata. Sta partecipando a un convegno sul diritto all’ascolto.” In diretta social, ovviamente.

La verità è che a Settimo la partecipazione è un fastidio, la trasparenza è una parola di moda, il regolamento un accessorio da esibire ma non da rispettare. E i cittadini? Devono stare al loro posto. Magari in fila davanti a uno sportello chiuso, con in mano una petizione protocollata, ad aspettare una risposta che non arriverà mai.

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