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Adele, 87 anni e la sua battaglia: "Rischio la vita ogni volta che esco di casa"

Una curva cieca a pochi metri dall'uscio della sua porta, auto e motorini lanciati a folle corse. Ha bussato a tutte le porte, ma nessuno pare ascoltarla

La curva di Cascinette dal quale le auto sbucano a tutta velocità

La curva di Cascinette dal quale le auto sbucano a tutta velocità

«Ci tengo alla mia vita» dice Adele Nicolino, 87 anni, voce fiera e schiena dritta, mentre racconta quel che succede davanti al civico 75 di via Pietro Crotta, a Cascinette d’Ivrea, di fronte al nuovo edificio polifunzionale che ospita studio medico, palestra, farmacia. La sua casa affaccia direttamente sulla strada a pochi metri da una curva cieca. Letteralmente. Prima di mettere il naso fuori dall’androne, è costretta ad attendere il gesto caritatevole di chi sta dall’altra parte della strada. Un cenno che le dica che può uscire senza pericoli. Le auto, dice, «sfrecciano a tutta velocità». E il limite dei 30 chilometri orari è solo un’illusione.

Non è sola, Adele. In municipio, un mesetto fa, ci sono andati in otto: donne e uomini della terza età. Tra di loro anche una signora di 90 anni. Un mese fa hanno incontrato la commissaria prefettizia, che però ha allargato le braccia: "Dovrete aspettare il nuovo sindaco e parlare con lui". Prima, invece, quando a guidare il paese c'era Luigi Osenga e poi Davide Guarino, il ritornello era un altro: "Nulla da fare, la via è ad "alta percorrenza", dossi non se ne possono mettere. Da pochi giorni c’è un nuovo sindaco, Marco Menaldino. Adele non molla, ha già chiesto un appuntamento. Lei e gli altri vicini di casa andranno a presentare anche a lui quei problemi che tolgono loro il sonno: «Vedremo se vorrà fare qualcosa. Non resterò certo in silenzio».

Il sindaco Marco Menaldino

Nel piccolo paese, due semafori regolano i flussi: uno è davanti al municipio. Quando il rosso diventa verde, le auto ripartono in accelerazione. Spesso capita che lungo la strada ci siano i bambini in fila indiana diretti alla palestra del Polifunzionale. "Il marciapiede c'è solo da una parte, ma è stretto, vecchio e malandato. Così camminano sulla strada. Vederli così mi fa rabbrividire» dice Adele.

Neppure le strisce pedonali per attraversare, ci sono: "Le abbiamo chieste undici anni fa e ancora nulla. Le hanno fatte  50 metri più in là, dove non servono a nessuno».

La viabilità è il vero nodo irrisolto. Motorini che si rincorrono, rumori notturni, zero controlli. I cartelli ci sono, ma sono solo ornamenti. «In Toscana, dove sono stata recentemente, vanno piano perché a forza di multe hanno imparato». Qui invece, nemmeno i vigili: a volte passa una pattuglia dei carabinieri. E basta.

Davanti all’ingresso del pluriuso, tre tombini stanno al centro del parcheggio. Quando piove, l’acqua arriva a torrente e finisce dritta nell’androne di Adele. L’androne che è anche il cortile di cinque famiglie. Una semplice griglia di scolo risolverebbe il problema, ma nessuno l’ha mai installata.

Cascinette è un piccolo paese dove però tutto sembra complicato. E dove da 11 anni si aspetta una striscia. Da decenni si subisce il rumore. Da troppo si lascia correre. La segnalazione è arrivata anche in Città Metropolitana, ma da Torino l’hanno rimandata a Ivrea. Un classico ping-pong istituzionale.

Ora i cittadini chiedono un incontro al nuovo sindaco. Far rispettare i limiti, sistemare i marciapiedi, gestire il traffico, intervenire sui disagi strutturali. Non servono milioni. Servono orecchie e volontà.

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