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11 Giugno 2025 - 01:05
Manifesti elettorali
Non è stato certo un esordio tranquillo quello del nuovo consiglio comunale di Cascinette d’Ivrea. La prima seduta, che avrebbe dovuto inaugurare una stagione amministrativa all’insegna del dialogo e della collaborazione, è invece deragliata ben presto verso toni accesi e tensioni latenti, esplose alla prima vera prova politica. A far saltare i nervi all’aula è stato il settimo punto all’ordine del giorno: l’approvazione del regolamento della commissione consultiva comunale per l’agricoltura.
Una voce che, sulla carta, appariva tecnica e inoffensiva. In realtà, una miccia accesa sotto le poltrone del parlamentino locale. Proprio lì si è consumata la prima frattura profonda tra maggioranza e opposizione, lasciando sul campo i cocci ancora freschi di una promessa di condivisione già smentita dai fatti.
Il momento di maggiore attrito si è raggiunto quando Antonio Doriano Ferrari, capogruppo di Cascinette Futura, ha chiesto chiarimenti sulle modalità di composizione della commissione. Poiché il sindaco ne fa parte di diritto e il regolamento prevede la nomina di un consigliere di maggioranza e uno di opposizione, Ferrari ha sollevato il tema della rappresentatività, chiedendo più spazio per le minoranze. Un’esigenza legittima, che però si è scontrata con un muro granitico: quello del sindaco Marco Menaldino, che – come l’uomo Del Monte – ha semplicemente detto “no”, chiudendo la porta a ogni ipotesi di revisione o allargamento.
A denunciare il clima tutt’altro che disteso è Andrea Breccolotti, consigliere del gruppo Cascinette Tricolore.
“E dire che la maggioranza diceva di voler coinvolgere la minoranza nelle varie attività” – stigmatizza senza troppi giri di parole – “Questa sera hanno dimostrato una prima, netta chiusura. E lo hanno fatto sull’agricoltura. Aspettiamo quindi la tanto conclamata collaborazione tra maggioranza e opposizione.”
Un attacco frontale, che fotografa senza sconti la delusione di chi, come Breccolotti, si aspettava maggiore apertura e trasparenza. E che invece ha assistito a una scena da manuale della politica dei piccoli comuni, dove gli spazi si conquistano palmo a palmo e la maggioranza, spesso, non è disposta a cedere nemmeno una virgola.
In aula la tensione è diventata palpabile. Tra botta e risposta, sguardi torvi e dichiarazioni al vetriolo, si è fatto evidente che la tanto sbandierata “volontà di dialogo”, sfilata in passerella durante la campagna elettorale, si è già scontrata con la dura realtà delle scelte di potere. E il nodo, va detto, è solo formale. A Cascinette, infatti, l’agricoltura è rappresentata da due produttori…
Le opposizioni, intanto, promettono battaglia. Si aspettavano un consiglio disteso, magari persino costruttivo. E invece hanno trovato un clima chiuso, rigido, refrattario a ogni apertura. Non è escluso che questo sia solo il primo di una lunga serie di scontri, tanto sul metodo quanto sul merito. E le premesse, al momento, sono tutt’altro che incoraggianti.
Resta da capire se nelle prossime sedute sarà possibile ricucire lo strappo e ritrovare un clima più costruttivo, oppure se la strada imboccata dalla maggioranza sia quella dell’autosufficienza e delle decisioni unilaterali. Per ora, le parole d’ordine sembrano essere due: delusione e diffidenza. Il consiglio comunale di Cascinette è partito. Ma più che una semina condivisa, sembra l’inizio di una guerra di trincea. E il terreno, ironia della sorte, appare tutt’altro che fertile.
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