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Ospedale di Settimo: oggi le comiche!

Un comunicato trionfale, una delibera che non decide nulla, un piano strategico fantasma. Ma tranquilli: ci sono 15 milioni. Fate voi.

Ospedale di Settimo: oggi le comiche!

L'assessore regionale Riboldi e la sindaca Elena Piastra

Che meraviglia, il comunicato stampa della Regione Piemonte. Ottimista, assertivo, trionfale. “Ulteriore passo avanti nel percorso di rientro dell’ospedale di Settimo Torinese all’interno del servizio sanitario regionale”. Leggi, e quasi ti commuovi. Finalmente — sembra di capire — qualcosa si muove. Finalmente, dopo anni di dibattiti, rinvii, sospensioni, l’ospedale torna nel sacro recinto della sanità pubblica. E lo fa con il crisma dell’ufficialità e una cifra tonda: 15 milioni di euro. Ma non bastano le lacrime di commozione. Bisogna anche leggere. E allora succede qualcosa.

Cerchi la delibera, ma non è ancora stata pubblicata. Te la fai mandare. La leggi. E scopri che rispecchia alla perfezione il comunicato. Parole solenni, niente sostanza. Frasi come “obiettivi centrati”, “un segno più alla sanità pubblica piemontese”, “potenziamento dei servizi”, “garanzia degli attuali posti letto con possibilità di aggiungerne altri”. Sembra il racconto di un cantiere appena concluso, con tanto di taglio del nastro, banda musicale e buffet. Invece, a voler essere onesti — o semplicemente a leggere — non dice un bel kaiser di nulla.

Né un piano operativo. Né un cronoprogramma. Né uno straccio di dettaglio. Una dichiarazione d’intenti, poco più. Una promessa. Certo, i 15 milioni ci sono, ma non si sa né come verranno spesi, né quando, né per fare che cosa. La delibera, alla fine, dice solo: ci sono i soldi. Punto. E poi, come da miglior prassi regionale, scarica tutto sull’ASL TO4: fate, decidete, progettate, internalizzate, risolvete, agite. Insomma: arrangiatevi. La parola magica che attraversa tutta l’operazione — quella che nessuno ha scritto ma che si sente chiara e netta — è proprio questa: fate voi.

Non solo. La delibera prende atto — con l’eleganza burocratica che le è propria — del famigerato piano della Bocconi. Quello commissionato mesi fa, evocato mille volte, atteso come la Bibbia e, fino a prova contraria, ancora nascosto in qualche cassetto. Nessuno lo ha letto, nessuno lo ha diffuso, nessuno lo ha allegato. Non c’è un solo numero, un solo grafico, una sola pagina visibile. Però — sulla base di quel documento — si dovrebbe impostare la svolta. Magari domani lo pubblicheranno. Magari ci sarà scritto qualcosa di chiaro. Ma per ora, buio totale. Solo una riga che dice “abbiamo ricevuto il piano”. Il risultato è un capolavoro di comunicazione: si celebra il traguardo, senza mostrare né la strada fatta né la meta vera.

alberto Cirio

Il Governatore Alberto Cirio

E in tutto questo, c’è anche la parte più ambigua. Nella delibera, si legge che “prosegue da parte dell’ASL TO4 il percorso di internalizzazione dell’attività della SAAPA”, che “gestisce i servizi dell’ospedale ed è attualmente in liquidazione”. Ma che cosa vuol dire? Quando avverrà il passaggio definitivo? Con quali contratti? Che fine faranno i dipendenti?  Perché quei 15 milioni? A cosa servono, davvero? Per l’acquisizione dell’ospedale? Per investirli nella struttura? Per migliorare i servizi? Per coprire i debiti della SAAPA la società in liquidazione che sta gestendo l’ospedale, tra i cui soci figura, oltre all’Asl To4 anche il Comune di Settimo? E quei soldi copriranno anche il debito del Comune o il Comune dovrà accendere un mutuo? Saranno quei soldi a evitare il fallimento tecnico della società? A pagare stipendi, TFR, fornitori? La delibera non lo dice. 

La stessa sindaca di Settimo, Elena Piastra, pur allineata nel coro istituzionale, lo dice chiaramente.

“Restano da affrontare alcuni nodi fondamentali, su tutti quelli a tutela del personale che lavora nell’ospedale. Proprio per la tutela del personale che da anni affronta situazioni di precarietà, occorre affrontare con tempi molto stretti i prossimi passaggi del percorso liquidatorio della SAAPA”. Insomma, se perfino chi firma i comunicati condivide l’urgenza, è evidente che non tutto è a posto come si vorrebbe far credere.

E allora, sommando tutto, il quadro è questo: si annuncia un grande passo avanti, ma la delibera non è pubblicata, e quando arriva è un guscio vuoto. Si cita un piano strategico ma non lo si mostra. Si promette una nuova era pubblica ma si delega tutto all’ASL. Si parla di futuro, ma senza indicare né come né quando. 

Ma c’è dell’altro e c’è che succede tutto questo a ridosso di una nostra provocazione pubblica sul “chi ha partorito davvero l’ospedale” e di un’interrogazione del consigliere regionale Alberto Avetta, che chiedeva di rendere pubblico il piano della Bocconi e di chiarire “quando l’ospedale sarà davvero pubblico”.

La sensazione — fortissima — è che il comunicato sia arrivato di corsa, per riempire un vuoto. Di una giunta che  promette, rinvia, e ora, dopo la pressione mediatica, ha bisogno di dire qualcosa. Anche se ancora non ha niente da mostrare. 

Per ora, l’unica cosa certa è che ci sono 15 milioni a disposizione. Resta la domanda: per farne cosa? Nessuno lo sa. Ma — parola della Regione — “è un ulteriore passo avanti”. Sì, verso dove però non è dato sapere.

QUI IL RACCONTO PRECEDENTE

IL COMUNICATO DELLA REGIONE

OSPEDALE DI SETTIMO: VIA LIBERA AI 15 MILIONI PER L’ACQUISIZIONE

Il presidente Cirio e l’assessore Riboldi: «Un percorso virtuoso di impegno a favore della sanità pubblica»

Ulteriore passo avanti nel percorso di rientro dell’ospedale di Settimo Torinese all’interno del servizio sanitario regionale. La giunta regionale ha infatti dato il via libera ai 15 milioni di euro necessari per acquisire l’Ospedale di Settimo Torinese, che diventa così a tutti gli effetti un ospedale pubblico.

«Con l’acquisizione dell’ospedale di Settimo abbiamo centrato tre obiettivi: intanto abbiamo salvato dal rischio chiusura un presidio sanitario indispensabile per questo territorio, poi abbiamo messo un segno più alla sanità pubblica piemontese e infine abbiamo posto le base per potenziare ulteriormente il servizio con la garanzia degli attuali posti letto e la possibilità di aggiungerne altri. Sappiamo che i problemi della nostra sanità sono tanti, ma quello di Settimo rappresenta un percorso virtuoso - che abbiamo condiviso con l’amministrazione di Settimo, con l’Asl e con le rappresentanze sindacali - di impegno a favore della sanità pubblica, a servizio di una comunità e di un territorio e a tutela dei lavoratori» dichiarano il presidente della Regione Alberto Cirio e l'assessore alla Sanità Federico Riboldi.

«Un ulteriore passo per l’obiettivo, da noi sempre sostenuto, di arrivare alla gestione totalmente pubblica dell’ospedale di Settimo. Credo che la scelta del presidente Cirio e dell’assessore Riboldi sia positiva e confermi un impegno pubblico a beneficio della cittadinanza. Restano da affrontare alcuni nodi fondamentali, su tutti quelli a tutela del personale che lavora nell’ospedale. Proprio per la tutela del personale che da anni affronta situazioni di precarietà, occorre affrontare con tempi molto stretti i prossimi passaggi del percorso liquidatorio di Saapa» sottolinea il sindaco di Settimo Elena Piastra.

L’acquisizione - avvenuta anche sulla base delle risultanze del documento “Analisi, riprogettazione strategica e valorizzazione economica dell’ospedale civico di Settimo Torinese” predisposto dall’Università commerciale Luigi Bocconi di Milano su mandato della Direzione regionale Sanità - risponde a una precisa scelta politica dell’amministrazione regionale che ha voluto interrompere la sperimentazione pubblico-privata avviata nel (autorizzata dalla norma oggetto di proposta referendaria e abolita la scorsa settimana dal Consiglio regionale) per ricondurre il presidio all’interno del sistema pubblica e garantire il prosieguo di cure e assistenza anche a livello territoriale.

Al fine di garantire lo sviluppo ed il consolidamento delle attività dell’Ospedale di Settimo, infatti, la delibera approvata dalla giunta dispone il sostanziale mantenimento degli attuali posti letto ospedalieri (lungodegenza e riabilitazione) e di quelli territoriali (CAVS), incrementabili con ulteriori 35 posti letto per l’ospedale di comunità, in coerenza con la programmazione regionale.

Prosegue intanto da parte dell’Asl TO4 il percorso di internalizzazione dell'attività della Saapa, la Società assistenza acuzie e post acuzie, che è attualmente in liquidazione e che gestisce i servizi dell’ospedale.

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