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17 Giugno 2025 - 16:47
Il futuro della salute è al Mauriziano di Torino: dalla lettura per i pazienti oncologici all’ecografia con AI
All’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino, la ricerca sanitaria non è solo un laboratorio, ma un campo d’azione dove tecnologia avanzata e centralità del paziente si incontrano per dare vita a un modello di innovazione responsabile. Un modo diverso di intendere la medicina, in cui la cura passa anche dalla cultura, dalla relazione e dalla partecipazione attiva dei cittadini.
Nel cuore di questa visione si colloca un progetto tanto originale quanto efficace: un ciclo di lettura ad alta voce condivisa per pazienti affetti da neoplasie mieloproliferative croniche, realizzato in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi e con i ricercatori dei dipartimenti di Psicologia e Infermieristica. L’iniziativa, sostenuta dall’ospedale, propone sessioni guidate da volontari, dove le parole diventano uno strumento terapeutico per ridurre lo stress, migliorare la memoria e rafforzare il senso di comunità. Ma il valore più profondo sta nel fatto che i pazienti non sono solo destinatari, bensì co-progettatori dell’intervento. Un modello di scienza partecipata, raro e coraggioso, che mostra quanto sia possibile coniugare assistenza, cultura e ricerca.
In parallelo, la tecnologia compie passi da gigante nella diagnostica. Lo dimostra lo studio multicentrico sull’intelligenza artificiale applicata all’ecografia ginecologica: l’algoritmo OvAi X, frutto dell’analisi di dati tramite machine learning, ha raggiunto una precisione diagnostica del 94,8% nell’identificazione delle masse annessiali. Un risultato di grande impatto, che apre scenari concreti sull’uso dell’IA per ridurre i tempi clinici, abbattere i costi e diminuire le incertezze. Il Mauriziano, in questo contesto, dimostra che la tecnologia non sostituisce il medico, ma lo supporta nel prendere decisioni più rapide e fondate.
Altro tassello importante è lo studio sul sistema MMR (Mismatch Repair) nel carcinoma endometriale, presentato al Congresso ESGO (Società Europea di Oncologia Ginecologica) a Roma. La ricerca, parte della rete MITO-MaNGO, ha messo in evidenza quanto sia essenziale standardizzare i protocolli pre-analitici nei test molecolari, fondamentali per determinare l’accesso dei pazienti alle terapie immunologiche. In altre parole, piccoli dettagli tecnici possono cambiare radicalmente l’esito di una diagnosi e la scelta di una terapia salvavita. Un lavoro rigoroso e meticoloso, che porta con sé conseguenze cliniche di grande rilievo.
Tutte queste esperienze sono ora raccontate dalla Regione Piemonte nella rubrica “Curarsi con la ricerca”, realizzata insieme al DAIRI-R (Direzione regionale per l’Assistenza e la Ricerca). Un’iniziativa editoriale pensata per valorizzare la ricerca nelle singole aziende sanitarie, e far conoscere ai cittadini il lavoro silenzioso ma fondamentale di medici, ricercatori e volontari.
All’Ordine Mauriziano, la ricerca diventa così un atto di cura. Che si tratti di un algoritmo o di un libro letto ad alta voce, tutto ruota attorno alla persona: non più paziente passivo, ma protagonista consapevole e coinvolto. È questa la direzione che la sanità pubblica del Piemonte sembra voler seguire: una medicina basata sull’evidenza, sull’empatia e sull’evoluzione continua. Perché, in fondo, curarsi bene significa anche essere ascoltati, valorizzati e inclusi nel processo che conduce alla guarigione.
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