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Travolto da un tram, perde la mano: oggi riparte con una protesi bionica

Grazie all’Officina Ortopedica Maria Adelaide. Hamid Abdallahm, investito nel 2024 in corso San Maurizio, torna a vivere con una mano artificiale hi-tech

Travolto da un tram, perde la mano: oggi riparte con una protesi bionica

Travolto da un tram, perde la mano: oggi riparte con una protesi bionica (immagine di repertorio)

Nel settembre del 2024, Hamid Abdallahm, 42 anni, originario del Ciad, viene investito da un tram in corso San Maurizio, a Torino. Le conseguenze sono gravissime: perde la mano destra. A distanza di pochi mesi, però, Hamid riparte, grazie a una protesi bionica realizzata dall’Officina Ortopedica Maria Adelaide, centro specializzato in dispositivi ad alta tecnologia.

Il dispositivo applicato è la mano bionica Zeus, in grado di offrire 12 schemi di presa personalizzabili, gestibili tramite un’applicazione che consente di adattare le funzioni ai progressi riabilitativi e alle esigenze quotidiane. Il costo della protesi è di 25.000 euro, coperti per il 70% dalla Asl e per il restante 30% dall’Officina Ortopedica, che ha scelto di sostenere il percorso di Hamid.

Roberto Ariagno, direttore dell’Officina, ha dichiarato che si è voluto aiutare Hamid per dimostrare come un dispositivo all’avanguardia possa avere un impatto concreto nel reinserimento sociale e lavorativo di chi ha subito una menomazione.

Hamid arriva in Italia nel 2007 dopo una lunga traversata nel deserto. Sbarcato a Lampedusa, passa per Brindisi e nel 2009 si stabilisce in Piemonte, dove lavora come mediatore culturale a Sommariva del Bosco. Dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana, si trasferisce per un periodo in Inghilterra, ma fa ritorno durante la pandemia per stare vicino alla moglie e alla figlia. A Torino lavora al CPR di corso Brunelleschi, poi in una cooperativa come giardiniere.

Il CTO di Torino

Il 14 settembre 2024, la vita cambia in pochi secondi. «Quella sera ero in corso San Maurizio… e all’improvviso mi sono ritrovato sotto il tram 16», ricorda. «Ricordo pochissimo, tranne il momento in cui mi sono risvegliato al CTO e ho capito di non avere più la mano».

A inizio 2025 si affida all’Officina Maria Adelaide e comincia un percorso che unisce riabilitazione clinica e tecnologia applicata, portandolo a riconquistare autonomia, fiducia e prospettiva.

Il suo caso si inserisce in un contesto cittadino segnato, negli ultimi mesi, da gravi incidenti con conseguenze traumatiche. Il 22 aprile 2025, un uomo di 60 anni è rimasto ferito all’incrocio tra corso Galileo Ferraris e corso Stati Uniti, dopo uno scontro tra il suo scooter e un’auto. È stato portato al CTO con traumi multipli.

Ancora più drammatico il caso del 4 giugno, quando un ragazzo di 15 anni si è schiantato contro un furgone a San Martino Canavese. Ricoverato al CTO, è ancora in prognosi riservata con fratture complesse e danni gravi.

Queste vicende sollevano interrogativi importanti: sulla sicurezza stradale, sull’accesso alla riabilitazione tecnologica, sul supporto che il sistema sanitario riesce a offrire a chi subisce traumi di questo tipo.

L’Officina Ortopedica Maria Adelaide, con dispositivi come la mano Zeus, rappresenta oggi un riferimento per chi cerca non solo una protesi, ma anche un nuovo equilibrio di vita.

La storia di Hamid è un esempio di ricostruzione possibile, resa concreta dall’incontro fra la sua forza personale, il supporto pubblico e l’investimento in tecnologie avanzate.

Immagine di repertorio

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