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16 Giugno 2025 - 15:43
A Settimo Torinese, lungo i vialetti del Parco Pertini e del Parco De Gasperi, accade l’inevitabile: i cittadini alzano la testa, vedono i rami degli alberi coperti da ragnatele fitte come garze chirurgiche e lanciano l’allarme. “È la processionaria! Attenzione ai cani!” scrivono nei gruppi social. Si mobilita il popolo di Facebook, tra ringraziamenti, preoccupazioni e inviti a segnalare alla forestale. E come sempre accade in questi casi, a un certo punto compare l’esperto di turno che “tranquilli, non è processionaria, è solo un normalissimo bruco”. Tutto nella norma. Anzi no.
Perché alla fine interviene anche lui, l’Istituzione, cioè il Comune di Settimo Torinese, che con la sua proverbiale capacità comunicativa lancia il suo verdetto tecnico (con tanto di timbro virtuale).
“Non è processionaria ma infantria - scrive con il piglio da scienziato - Non è pericolosa per persone o animali. Potrebbero essere rimosse perché possono danneggiare l’albero. Buona giornata.”
Potrebbero.
E qui il cronista inizia a sudare freddo. Perché questo “potrebbero” pesa più di tutto il resto. Il Comune ha fatto il sopralluogo, ha escluso la processionaria, ha individuato la farfalla infantria, ma non è chiaro se e quando interverrà. Non c’è un “lo faremo”, non un “provvederemo subito”, non un “ecco il piano”. Solo un misero, gracile, disorientante condizionale: potrebbero.
Che potrebbe anche essere declinata così: "Sì, sì, abbiamo visto. Sappiamo tutto, non rompeteci le scatole... Adesso vediamo che fare... forse manderemo qualcuno, senza fretta... che rompiscatole sti qui sui social".
Che dire, una comunicazione degna della miglior scuola dell’indeterminatezza. Il Comune rassicura… senza rassicurare. Informa… senza informare. Interviene… senza intervenire. E intanto la gente sotto quegli alberi continua a fotografare, a scambiarsi commenti, a chiedersi se sia davvero tutto normale quel velo biancastro che ricopre foglie e rami.
Perché a occhio, anche senza laurea in entomologia, sembra proprio una colonia in espansione, con tanto di larve che camminano in fila indiana lungo le staccionate.
Ma no, rilassatevi: è solo l’infantria!
Sì, quella che fa quei nidi da film horror ma non punge, non irrita, non uccide. Solo potrebbe danneggiare gli alberi. Forse. Magari. Chissà.
E ci è pure andata bene che, in questo caso, non è intervenuto l'assessore Raso (quello che non rasa per non far torto agli insetti impollinatori) e non ci ha rifilato il solito ritornello da "regolamento". Una roba così: “Fino a due metri tocca a noi, oltre i due metri ci pensa Cristo”. Che poi è sempre lo stesso "Cristo" invocato dai cittadini ogni giorno e, a forza di tirarlo in ballo, prima o poi pretenderà di essere iscritto d’ufficio all’albo dei manutentori del verde urbano.
Il paradosso è servito. In un’epoca in cui tutti parlano di verde, ambiente, cura del territorio, monitoraggio delle specie, basta una ragnatela su un albero per far precipitare tutto nel caos comunicativo. Con buona pace dei cani, dei padroni e pure degli alberi.
Ma tranquilli, non è processionaria. È solo il solito balletto tra cittadini che segnalano e un Comune che, a quanto pare, comunica a colpi di “potrebbe”.
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