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16 Giugno 2025 - 12:56
Mentre a scuola i bambini sudano e nei centri estivi si boccheggia, in via Monviso c’è un luogo benedetto. Un’oasi climatica. Un paradiso refrigerato. Non è un ospedale. Non è un centro per anziani. Non è nemmeno un’aula scolastica. È un tendone. Un capannone in PVC, noto ai settimesi come “il tendone comunale”, che da mesi divide la cittadinanza: tra chi lo ignora e chi si chiede, invano, a cosa serva.
Ebbene, da qualche giorno è emersa una nuova perla gestionale. Il condizionatore del tendone resta acceso giorno e notte, senza che dentro si svolga alcuna attività. A segnalare il caso è il consigliere di opposizione della Lega, Manolo Maugeri, che ha raccolto numerose testimonianze da cittadini sempre più perplessi.
“È acceso dalla sera alla mattina, in pieno giorno e nel cuore della notte, senza che nessuno lo usi. Un paradosso climatico e amministrativo. Il nulla che si raffredda”, racconta.
E nel frattempo? A pochi metri di distanza, i bambini di Settimo stanno cuocendo. Letteralmente. Nelle scuole, nei centri estivi, negli asili. Ed è qui che la storia si fa grottesca. Proprio nei giorni in cui i genitori protestano per l’assenza di aria condizionata nelle aule e denunciano condizioni climatiche al limite della sopportazione, il Comune — o “chi per lui”, difficile capirlo — dimentica un climatizzatore acceso in una struttura completamente vuota.
A rendere tutto ancora più insensato c’è il fatto che la tensostruttura non è nemmeno coibentata. Lo ricorda Maugeri stesso: “Non essendo a norma, si spreca ancora più energia. L’aria fredda scappa, il caldo entra, e il condizionatore lavora senza tregua per raffreddare un contenitore d’aria inutilizzata. È come accendere il forno e lasciare lo sportello aperto per riscaldare il salotto”.
E dire che questo tendone, fin dall’inizio, non ha convinto nessuno. Realizzato senza confronto con la cittadinanza, più come toppa d’emergenza che come scelta strategica, si è subito trasformato in una cattedrale nel deserto climatico: utile solo alla propaganda, certo non alla popolazione. Nei mesi scorsi Maugeri aveva già presentato un’interpellanza per fare luce su costi e gestione, denunciando le tante nebbie amministrative.
“Solo per fornitura, tendaggi, impianti e trattamenti ignifughi — spiega — si sono spesi oltre 75.000 euro. E ora si sommano i costi di gestione ordinaria: pulizie, manutenzione, condizionamento. Che — come si vede — non viene certo usato con parsimonia”.
Ora Maugeri ha annunciato un nuovo accesso agli atti.
“Voglio sapere chi gestisce l’impianto, chi decide quando accenderlo e se esistono protocolli. Perché non è accettabile che in piena crisi climatica, con tutti che parlano di risparmio energetico, il Comune di Settimo sprechi risorse pubbliche per raffrescare un guscio vuoto, mentre lascia soffrire chi davvero ne avrebbe bisogno”.
Il paradosso di Settimo Torinese? Bambini sudati, aule roventi, centri estivi senza ventilazione, ma un tendone disabitato trattato come un caveau da conservare al fresco. Un frigorifero urbano per tenere al freddo l’inefficienza.
Fa ridere che l’amministrazione comunale guidata dall'infaticabile Elena Piastra (quando non è in tour a promuovere la sua candidatura alla carica di presidente della Regione Piemonte) un altro film, fatto di campagne sulla sostenibilità, di buone pratiche ambientali, di transizione ecologica. E pazienza se un condizionatore gira a vuoto.
Viene da chiedersi: chi controlla questi impianti? C’è un responsabile? Un timer? Una logica? Oppure è tutto affidato alla dea dell’approssimazione?
“Non è una battaglia di partito. È una questione di buon senso — conclude Maugeri —. Ricevo telefonate di genitori esasperati, e intanto il Comune spende soldi per rinfrescare le pareti di un tendone inutilizzato. È una questione morale, prima ancora che amministrativa”.
Una cosa è certa: il tendone è diventato simbolo di qualcosa. Non certo dell’efficienza. E nemmeno della resilienza urbana. È l’emblema perfetto di un’amministrazione scollegata dalla realtà, che si dimentica i bambini e accende l’interruttore sbagliato.
E il Comune? Zitto. Nessuna risposta. Solo silenzio.
Un silenzio ben climatizzato.
Tant’è! Ma almeno, per chi non si accontenta dell’aria calda, c’è una consolazione: sono arrivate nuove scacchiere nei parchi giochi. Così nonni e bambini, mentre sudano sui pezzi degli scacchi roventi, potranno divertirsi a “mangiarsi la regina” e a dare “scacco matto” alla logica.
Magra, ma davvero magra consolazione.
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