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16 Giugno 2025 - 13:38
Favria, una famiglia per la vita: tre generazioni unite dalla donazione di sangue
Ci sono gesti che parlano più delle parole. A Favria, lunedì 9 giugno 2025, la consueta donazione organizzata dal gruppo Fidas Chiarabaglio-Tarizzo è diventata qualcosa di più: un momento che ha raccontato il valore della memoria, dell’esempio, della continuità. Un’immagine simbolica li ha riuniti tutti: nonno, figlia, genero, nipote, insieme a testimoniare che la donazione di sangue può diventare una tradizione familiare da tramandare.
Nella foto scattata durante la giornata, c’è Santo Murano, presidente del Centro Pensionati di Favria e storico donatore, colui che per primo ha dato il buon esempio. Al suo fianco, la figlia Genny Amalia Murano, impegnata come lui nel volontariato, e il genero Primo Massara, attivo nella Pro loco di Favria. Accanto a loro, il giovane Riccardo Massara, già donatore. Ma non finisce qui. Tra due anni, anche il piccolo Lorenzo potrà iniziare a donare, e dietro di lui c’è già Letizia, pronta a seguire la strada di famiglia.
Un gesto semplice, ma che vale tantissimo. Perché donare sangue significa donare vita, partecipare concretamente al bene collettivo. E se questo gesto si ripete all’interno di una famiglia, di generazione in generazione, allora diventa un patrimonio morale, un'eredità di altruismo.
Dal 1988, quando il gruppo Fidas ha avviato la propria attività a Favria, sono state raccolte 15.722 sacche di sangue. Un numero che racconta la forza silenziosa del volontariato, l’impegno costante di chi non cerca visibilità ma sa che anche un singolo gesto può salvare una vita. In questo “fiume rosso” di solidarietà, scorre anche la storia di tante famiglie, come quella dei Murano-Massara, che hanno scelto di fare del dono un’abitudine e dell’altruismo un tratto identitario.
In un tempo in cui i legami spesso si allentano e la memoria si smarrisce, Favria dà un segnale forte: ci sono radici che si trasmettono con l’esempio, con un braccio teso e un cuore aperto. E ci sono fotografie che, più che immortalare un attimo, raccontano un modo di vivere e di essere comunità.
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