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Il caso

Libri scolastici, esplode la protesta: cartolerie nel caos per la scelta del Comune di Chivasso

Il Comune esclude i non residenti: niente libri gratis per gli alunni di Torrazza e Rondissone che vengono a scuola in città

Libri scolastici, esplode la protesta: cartolerie nel caos per la scelta del Comune di Chivasso

Piovono telefonate alle cartolerie. Sono telefonate di genitori che abitano nei Comuni vicini, come Torrazza e Rondissone, che per comodità o per scelta portano i loro bimbi alle scuole elementari di Chivasso.

Non sanno come destreggiarsi fra le nuove norme introdotte dal Comune di Chivasso riguardo alla distribuzione dei libri per i loro bambini residenti “fuori” le mura.

I libri per le elementari sono pagati dal Ministero, che a sua volta paga i Comuni, che a loro volta pagano le cartolerie che hanno accettato di fare da tramite fra Comuni e genitori: le cartolerie comprano a proprie spese i libri per i genitori che si rivolgono loro, e poi si fanno rimborsare la spesa dai Comuni. Fino all’ultima distribuzione, quella dell’anno scorso, il Comune pagava alle cartolerie i libri per tutti gli alunni, sia quelli residenti a Chivasso sia quelli residenti fuori. Ora l’amministrazione chivassese ha deciso che pagherà alle cartolerie solo i libri dei bambini residenti in Chivasso. La scuola dell’inclusione si ferma ai confini del territorio comunale chivassese…

Claudio Castello sindaco di Chivasso

Ovviamente le mamme extra chivassesi chiedono ai cartolai come devono fare. I cartolai non lo sanno, perché il Comune non li ha avvisati anticipatamente dell’innovazione. Allora i cartolai hanno chiesto lumi al Comune, ma, al momento in cui scriviamo, non hanno ancora ottenuto una risposta certa.

Scrivono anche ai Comuni vicini, chissà che con loro vada meglio: per ora nessuna risposta. Di fronte alle mamme dei bimbi extraterritoriali, abitanti nelle remote lande di Rondissone e Torrazza che forse manco ci sono nelle carte geografiche in possesso del Comune di Chivasso, si presenta una ulteriore complicazione.

Il Comune di Chivasso interagisce con le cartolerie in modo informatico: le cedole librarie sono state informatizzate. Il cartolaio inserisce in un apposito portale del Comune il codice fiscale del cliente e dal portale arriva la cedola digitale. Il cartolario compra i libri, ovviamente con soldi propri, li consegna ai genitori, poi manda la fattura al Comune e normalmente aspetta i tempi lunghi dei pagamenti delle amministrazioni pubbliche.

Già così è un bello scherzo per le cartolerie, costrette ad anticipare i soldi e a fare da tesoretto per il Comune. Però almeno fino all’anno scorso il meccanismo informatico del Comune funzionava per tutti i bimbi, sia chivassesi doc sia extraterritoriali senza distinzioni. Ora invece cosa succede ai genitori extra, quelli dei Comuni vicini? Il cartolaio inserisce il codice fiscale nel portale, ma se il bimbo abita fuori Chivasso il portale nega l’autorizzazione. Che fare? Rivolgersi al Comune di provenienza? Peccato che alcuni Comuni vicini non abbiano informatizzato la procedura e usino ancora le cedole cartacee

Ecco perché le mamme dei Comuni vicini tempestano di telefonate i cartolai chivassesi, i quali ancora non sanno come fare perché l’amministrazione comunale non risponde: troppo impegnata in cerimonie di cavalierato, buffet, gemellaggi, cerimonie varie, ecc.?

“Forse sarebbe stato corretto, da parte del Comune – ci dice un esercente - avvertire in anticipo le cartolerie aderenti, dopo aver sentito i Comuni limitrofi. Credo che ogni Comune abbia le liste degli alunni e per ognuno di essi quale scuola frequenti. Almeno avrebbero evitato complicazioni a tutti, genitori e cartolai. Con i ricarichi che abbiamo e il lavoro che c’è da fare, più che guadagnarci stiamo facendo un servizio alla comunità”.

Alcuni cartolai osservano: “La soluzione ideale sarebbe – parliamo sempre della scuola primaria dove lo Stato fornisce gratuitamente i testi scolastici - che i Comuni e/o il Ministero dell’Istruzione facesse arrivare direttamente tutti i testi il primo giorno di scuola sui banchi degli alunni (in Romania funziona così)”.

Qualcosa non torna dietro la questione dei libri scolastici: “Il problema dell’Italia è che anche in questa faccenda c’è un giro di soldi che penalizza comunque il consumatore finale (i testi non arrivano mai contestualmente e non sempre sono disponibili). E che penalizza pure gli esercenti disponibili ad accollarsi il servizio: “il cartolaio deve pagare i libri subito al distributore e riceverà il saldo delle fatture secondo le modalità “personalizzate” di ogni Comune: invece le fatture dovrebbero venire pagate in base a direttive nazionali”.

Gli esercenti commentano amaramente: “Alla fine della fiera …. Chi ha possibilità di sostenere queste uscite economiche sopravvive, diversamente rinuncia …. È tutto un giro degli editori che prendono sovvenzioni dallo Stato ma non vogliono avere rapporti economici diretti di forniture con lo Stato stesso …. Chissà perché! Neanche su Amazon si trovano le forniture con cedola dei libri della scuola primaria…. sarà per lo stesso motivo di cui sopra?”

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