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"Una legge rischia di cancellare 100 anni di tradizione". Scendono in piazza i trifolai

Un nuovo disegno di legge potrebbe mettere di fatto fine alla libera cerca dei tartufi. I "trifulau" si radunano davanti alla Regione, mentre un consigliere comunale di Sciolze lancia l'allarme

cendono in piazza i cercatori di tartufi

I cercatori di tartufi in via Nizza

Più di un secolo di storia potrebbe essere spazzato via da un nuovo disegno di legge sulla ricerca dei tartufi. A lanciare l’allarme è Luca Bannò, consigliere comunale di Sciolze, che si è fatto promotore sui social e dal vivo di una campagna per sensibilizzare sul nuovo DDL.

«Il nuovo disegno di legge – spiega Bannò , voluto dal senatore Bergesio, ha come obiettivo sostituire la legge nazionale precedente, la 752/1985. Il nuovo DDL, così com’è stato pensato, penalizzerebbe molto la libera cerca, in favore delle tartufaie controllate e di quelle coltivate».

La possibilità di cercare liberamente tartufi in boschi, terreni demaniali e lungo corsi d’acqua è infatti un bene tutelato dall’Unesco, ma il nuovo DDL proposto dal senatore leghista per «sostituire l’attuale legge obsoleta e in contrasto con le direttive UE», come riconosce lo stesso Bannò, privilegerebbe le tartufaie controllate e coltivate, «favorendo i consorzi di pochi fortunati».

Luca Bannò

Una tartufaia controllata è un terreno naturale che viene sottoposto a degli interventi migliorativi per favorire la crescita dei funghi, e dove il proprietario del terreno ha diritto di riserva; una tartufaia coltivata presenta invece un maggior impatto dell’uomo, il quale coltiva il terreno per i tartufi come un vero e proprio campo agricolo.

«Col nuovo disegno di legge, si vogliono punire severamente i tartufai che entrano nelle tartufaie controllate o coltivate. Di fatto, con l’espansione delle tartufaie riservate, si pone di fatto fine alla libera cerca: i liberi cercatori non avranno più spazi. Non vengono imposte delle regole alle tartufaie controllate. Inoltre, nei corsi d’acqua demaniali, la libera cerca era consentita, ma ora viene vietata e consentita solo ai proprietari della tartufaia riservata», continua Bannò.

Dopo le prime interlocuzioni con il senatore, sembra però esserci uno spiraglio per qualche emendamento, ma questo non ha fermato i tartufai dal radunarsi sabato sotto la sede della Regione Piemonte – manifestazione a cui ha partecipato anche il consigliere sciolzese.

Ma quali sono le modifiche al DDL che vogliono i liberi cercatori? «Vogliamo che venga posto un limite alle tartufaie controllate, con un 10-20% massimo per ogni comune; il rispetto del calendario di raccolta regionale anche per le tartufaie controllate, dove devono essere rispettati gli stessi divieti delle tartufaie libere, e che venga messa una tassa regionale per la concessione delle tartufaie controllate. Gli alvei dei fiumi dovrebbero restare liberi per tutti», ha concluso Bannò, che come molti altri cercatori di tartufo rimane in attesa di ulteriori sviluppi sulla questione.

Il settore trifolao è uno dei più pregiati in Piemonte, e ha un giro d’affari stimato intorno ai 60 milioni di euro all’anno per l’intero indotto, mentre vale tra i 200 e i 250 milioni di euro a livello nazionale.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 10 persone, folla e il seguente testo "NO DDL 1412 29- E C LECORT a OET TE EP PE D P PA TASSE T A E"

La marcia dei "trifulau" verso il grattacielo della Regione. Foto e video postati da Luca Bannò

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