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13 Giugno 2025 - 10:55
Frank Mascia e Francesco Ferro
Il “giuramento alla bandiera” previsto per domani, alle 18.30, in piazza Boves a San Giovanni, Ivrea, non si farà più. L’appuntamento dal titolo “L’urlo dei Patrioti Italiani”, che avrebbe dovuto rappresentare il battesimo eporediese del movimento annunciato in pompa magna un mese fa, è stato ufficialmente annullato.
A comunicarlo è Francesco Ferro, presidente del Comitato di quartiere San Giovanni e uno degli organizzatori.
“Sì, ero tra gli organizzatori. Ma è tutto annullato. Abbiamo ricevuto messaggi di minaccia da parte di antagonisti, anarchici che si stavano organizzando da Torino per venire a Ivrea. La manifestazione doveva essere pacifica, apolitica. Ma io non voglio finire sui giornali come uno che porta la violenza. A mezzanotte ho deciso: non si fa nulla...”, spiega Ferro, con la voce carica di amarezza.
Una decisione sofferta, presa “per il bene della città”, sottolinea. Anche perché domani, nel quartiere, sono previste due feste di compleanno.
“Per la carità… la polizia dice che avrebbero prestato servizio d’ordine…”, sottolinea. Le forze dell’ordine erano state informate, ma tutto – tranne un’escalation – era desiderabile per un evento che, almeno nelle intenzioni, voleva essere “una cosa tranquilla, simbolica”.
Ferro ci tiene a chiarire che il gruppo Patrioti Italiani non ha collocazione.
“È un comitato apolitico – commenta – vogliamo aiutare le forze dell’ordine e le Istituzioni. San Giovanni deve restare un quartiere pulito, senza degrado. Se persino per una manifestazione pacifica si deve aver paura, allora è grave”.
Il timore era che in piazza Boves potesse divampare una guerriglia urbana.
“Abbiamo indagato con le forze dell’ordine: c’era il rischio concreto che arrivassero persone intenzionate a creare disordini”, aggiunge ancora Ferro. Che, pur non rinnegando nulla, oggi appare più consapevole dei rischi.
Stando a quel che ci dice, a Ivrea le adesioni al movimento sarebbero già una ventina.
“Frank Mascia è il promotore, ma i Patrioti Italiani sono un’altra cosa rispetto a quanto si legge online. A breve costituiremo ufficialmente il movimento e Mascia sarà il presidente”.
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Per la cronaca, Frank Mascia, alias Franco Masciandaro, è un fruttivendolo di Settimo Torinese diventato creator digitale, noto per i suoi reel su TikTok e Instagram, per le sue frasi a effetto e per alcune discutibili “ronde anti-degrado” nei parchi torinesi – durante una delle quali è stato denunciato per usurpazione di funzioni pubbliche.
L’iniziativa del 14 giugno, dal titolo epico “L’urlo dei Patrioti Italiani”, prometteva scenografia tricolore, retorica da trailer e un rito collettivo a metà tra politica-spettacolo e visibilità social. Nei suoi video promozionali, Mascia appariva ispirato e determinato, con lo sguardo fisso in camera mentre lanciava slogan come: “Chi non ci conosce imparerà a conoscerci. Chi non ci capisce imparerà a capirci. E chi non ci segue ancora, presto ci seguirà”.
Un crescendo da fiction più che da comizio, in linea con la cifra comunicativa scelta: contenuti brevi, frasi scolpite, like assicurati. “Noi siamo i Patrioti Italiani, sempre dalla parte del popolo”, ripeteva e ancora ripete.
Un jolly retorico buono per tutte le stagioni: chi mai potrebbe dichiararsi contro il popolo?
Nella vita, Mascia si divide tra il banco ambulante e il profilo su TikTok: fruttivendolo di giorno, predicatore patriottico di sera. Ha anche inciso due brani, “Rivoluzione” e “Music is life”, disponibili su Apple Music. A Settimo, dove vive, si era candidato al consiglio comunale con la Lega nel 2024, raccogliendo 14 voti. Ma il risultato non l’ha fermato: ha rilanciato online, fondato un movimento, cercato nuove piazze. E Ivrea sembrava la prossima tappa.
Qualche mese sempre lui, aveva improvvisato un comizio al Movicentro per denunciare il degrado urbano. Questa volta, però, puntava più in alto.
Tant'è. Il clima che ha portato alla cancellazione dell’evento non nasce dal nulla. E chi conosce le vicende recenti di San Giovanni sa bene da dove arriva.
A dicembre, una bomba artigianale era esplosa sotto l’auto di Ferro – una Golf bianca parcheggiata sotto i portici di viale Friuli. L’esplosione aveva danneggiato anche altre vetture, fatto crollare pezzi di intonaco, mandato in frantumi vetri, creato il panico. Un attentato in piena regola.
A gennaio, Ferro aveva annunciato le dimissioni dalla guida del Comitato San Giovanni 1985. Ma non sono mai diventate effettive. “Non mi sono dimesso perché gli altri non le hanno volute accettare…”, dice oggi.
Per ora, il giuramento è saltato. La bandiera resta piegata. La piazza, vuota.
Commenti all'articolo
Sovietico Eporediese
13 Giugno 2025 - 21:38
Oltre al ridicolo dato che si critica la paura dell'arrivo degli Anarchici, forse perché fa più paura chi è davvero libero e coerente con la propria lotta? Ah in Fascista non avrebbe meglio da fare tipo vendere la propria frutta e verdura al posto di sconfinare in settori che non conosce?
Sovietico Eporediese
13 Giugno 2025 - 13:34
Ivrea infatti non ha bisogno di un traditore della Repubblica Italiana che ha già due Daspi a carico e che non conosce nulla della cultura Eporediese e della politica di governo cittadino che affronta in maniera diversa i momenti di crisi reagendo in maniera più civile e eticamente accettabile.
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