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09 Giugno 2025 - 23:04
Marrone (FdI). Tra buon governo, sviluppo e famiglia. Le celebrazioni per l’anniversario della città di Ciriè accendono i fari su temi di grande attualità
Le celebrazioni per il 120esimo anniversario della città di Ciriè sono state un importante momento per fare il punto su questioni che attraversano il dibattito pubblico della nostra società. Tanti sono stati i commenti che hanno elogiato il ruolo centrale della città, a partire dall’intervento del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – appena tornato da un viaggio a Kiev insieme al sindaco di Torino Stefano Lo Russo – che ha definito Ciriè “una città che da sempre ha avuto una tradizione di buon governo, fatta di persone che hanno sempre saputo mettere prima gli interessi delle istituzioni che rappresentavano rispetto alle legittime sensibilità politiche di ciascuno”.
Una centralità che si traduce, per Jacopo Suppo, vicesindaco della Città Metropolitana di Torino, nel ruolo di “cerniera fra le grandi tensioni strategiche del territorio e le quotidiane necessità”. Dello stesso parere è Maurizio Marrone, assessore regionale, che ha invitato l’amministrazione a “ragionare sull’attualità di tante sfide, come quelle del rilancio del mondo produttivo, di una tradizione manifatturiera, che costituisce un orgoglio per questo territorio e va assolutamente custodita e rilanciata verso il futuro”. L’assessore ha parlato anche delle potenzialità del turismo e della “sfida della logistica”, sottolineando l’importanza di realizzare “una rete di trasporti all'altezza delle necessità e di riuscire, quindi, a soddisfare le esigenze di sostegno alla produzione e al commercio”.
Il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e la Sindaca di Ciriè Loredana Devietti
Non poteva mancare un richiamo all'importanza della famiglia come istituzione sociale, un ambito di cui l'assessore, detentore delle deleghe alla famiglia e all'infanzia, è un convinto sostenitore e rappresentante. Marrone ha voluto cogliere un passaggio dell'intervento della sindaca Loredana Devietti, che ha parlato dell'importanza di pensare la società a partire dal “suo primo nucleo: la famiglia” appunto. Da qui, l’assessore regionale ha sottolineato “la necessità di lavorare tutti insieme per un futuro degno per le nuove generazioni e quindi anche per la sfida demografica che riguarda Ciriè, l’Italia e tutta l'Europa. C'è la necessità di ridare quelle energie alle famiglie, soprattutto alle coppie più giovani, per riscoprire e ritrovare il coraggio, la passione e il gusto per la sfida di metter su una famiglia e soprattutto di non allontanarsi dalle proprie radici, dal proprio nucleo di appartenenza, dal proprio territorio. Sentirsi una continuità rispetto alle comunità passate e presente. Raccogliere quindi un testimone per rivisitare la propria comunità di appartenenza a sentirsene parte a tutti gli effetti e darle quindi anche un orizzonte di futuro”.
Un commento ricco di spunti, che però non specifica a quale tipo di convivenza familiare l’assessore ha voluto fare riferimento. Se pensiamo alla famiglia, infatti, spesso immaginiamo legami di sangue o filiazione. Eppure, la storia ci insegna che le configurazioni familiari sono state innumerevoli e sorprendenti. Ogni società ha trovato il suo modo di organizzare una convivenza domestica. Questo suggerisce che la formazione di una famiglia sia una naturale necessità dell’essere umano. È quanto pensa anche Marrone, che però – sebbene non l’abbia esplicitato durante le celebrazioni – ha in mente un’idea di famiglia molto chiara: la famiglia nucleare cristiana. Più volte l’assessore ha esposto pubblicamente le sue opinioni a riguardo, sostenendo apertamente il modello di famiglia tradizionale, cioè la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, e criticando aspramente i movimenti che sostengono il diritto all'aborto e i diritti riproduttivi.
A questo proposito, l’assessore, in un’intervista rilasciata all’associazione Pro Vita & Famiglia, ricorda di essersi battuto per aver impedito che in Piemonte la pillola Ru486 venisse somministrata nei consultori. "Ho istituito il Fondo Vita Nascente, che mettendo risorse a disposizione delle associazioni di tutela materno-infantile, in un solo anno ha aiutato 478 madri e coppie nel far nascere i loro bambini” aveva commentato.
Sindaci dei comuni limitrofi invitati alle celebrazioni per il 120esimo anniversario della città di Ciriè
Non solo, Marrone non ha mai nascosto il suo impegno nel contrastare ciò che definisce l’”ideologia gender”, tanto da esprimere una forte opposizione al Ddl Zan, il disegno di legge sui diritti della comunità LGBT+ e alle discriminazioni di genere, presentato nel 2018 e poi accantonato dal senato nel 2021. Niente di sorprendente, considerando le posizioni che Fratelli d’Italia ha sulla questione. Ma a sentire decantare opinioni così tradizionali e conservatrici sorge una domanda spontanea su quanto il modello di famiglia tradizionale possa davvero rispecchiare le trasformazioni che stanno attraversando la società contemporanea.
Certo, la crisi demografica citata da Marrone è un punto su cui è necessario ragionare. Ma davvero il modello cristiano di famiglia rappresenta una soluzione a questo problema? Sicuramente per FdI l’apertura ad altre proposte, come quella di riconoscere lo status di cittadini regolari alle persone migranti che soggiornano sul nostro territorio e che potrebbero contribuire ad arginare questa crisi, rimane una possibilità remota.
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