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Khaby Lame fermato a Las Vegas e partito per il Canada: cosa si nasconde dietro il mistero del tiktoker di Chivasso

Partenza improvvisa per il Canada e silenzio social. Ecco cosa sta succedendo

Khaby Lame

Khaby Lame è il tiktoker più seguito al mondo

Il mistero si infittisce. Khaby Lame, il tiktoker da 162 milioni di follower, è stato fermato all’aeroporto di Las Vegas per una violazione del visto ed è subito partito, direzione: Canada. Tutto vero, confermato dall’Immigration and Customs Enforcement (ICE). Ma ciò che succede prima e dopo quel 6 giugno resta un grande punto interrogativo.

Il creator muto più famoso del mondo, nato a Dakar e cresciuto a Chivasso, è stato trattenuto dagli agenti dell’immigrazione americana per aver oltrepassato la permanenza consentita negli Stati Uniti. Lo afferma una nota ufficiale dell’ICE, che precisa: «Il cittadino italiano Seringe Khabane Lame è stato fermato il 6 giugno presso l’aeroporto di Las Vegas per violazioni in materia di immigrazione. Gli è stata concessa la partenza volontaria ed è uscito dagli Stati Uniti lo stesso giorno».

La notizia è esplosa dopo che Bo Loudon, diciottenne attivista conservatore vicino a Barron Trump, ha pubblicato uno screenshot – rivelatosi non verificabile – che mostrava Khaby come detenuto in un centro ICE. «È un immigrato illegale. L’ho denunciato ai patrioti del DHS», ha scritto Loudon su X, rilanciando accuse dal sapore più ideologico che fattuale.

Il tweet su X

Lame però non ha mai commentato pubblicamente la vicenda. Ha continuato a postare stories su Instagram: una mano con un manga, un augurio a Cafu, un paesaggio con palme. Proprio quest’ultima immagine ha generato ulteriore confusione: Canada o California? Wired l’ha geolocalizzata su Venice Beach, a Los Angeles. Ma non è dato sapere quando sia stata scattata. E mentre sui social si rincorrevano dubbi e teorie, il Corriere della Sera, citando fonti della Farnesina, riferiva che il tiktoker è atterrato in Canada. Nessuna conferma ufficiale, nessun video che lo mostri chiaramente nel paese nordamericano.

Una comunicazione criptica, un silenzio social parziale e la tempesta montata ad arte da personaggi dell’ultradestra americana hanno fatto esplodere una vicenda apparentemente semplice: visto scaduto, uscita volontaria, fine. E invece no.

Khaby Lame – da licenziato in pandemia a testimonial per Boss, Binance e ambasciatore UNICEF – è diventato simbolo globale. E ogni suo gesto, ogni suo spostamento, diventa notizia. Ma stavolta, dietro il fermo e la partenza verso il Canada, potrebbe esserci molto più di una svista burocratica. E il mistero continua.

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