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Un uomo, una divisa, una vita al servizio degli altri: l’Italia dice grazie ad Alessandro Manganiello

Il Vice Brigadiere dei Carabinieri, residente a Bollengo, è stato insignito dell’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica: un riconoscimento che premia il coraggio, l’umanità e il silenzioso impegno di chi sceglie ogni giorno di esserci, per davvero

Manganiello con il sindaco di Bollengo Sergio Ricca

Manganiello con il sindaco di Bollengo Sergio Ricca

Ci sono onorificenze che si consegnano con un gesto cerimoniale, tra squilli di tromba e saluti impeccabili. E poi ci sono onorificenze che raccontano una vita. Quelle che, quando vengono affidate a un nome, lo fanno brillare non solo per il ruolo ma per l’anima che ci sta dentro. Come è successo a Alessandro Manganiello, Vice Brigadiere dei Carabinieri e cittadino di Bollengo, che il 2 giugno, in una Piazza Castello gremita, ha ricevuto il titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Un titolo? Sì. Ma soprattutto una stretta di mano della Nazione a un uomo che ha fatto della propria divisa una scelta di vita quotidiana, e non una semplice uniforme da indossare.

Manganiello, già Cavaliere della Repubblica, non ha mai cercato riflettori. Ha scelto, invece, di essere presente dove c’è bisogno. Oggi è capo equipaggio alla Sezione Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Ivrea, ma per chi lo conosce — colleghi, amici, cittadini — è prima di tutto un esempio di coraggio silenzioso e profonda umanità. Quella che non si insegna nei manuali, ma si riconosce nei gesti.

manganiello

Nel 2022, durante un turno di pattuglia come tanti, si è trovato faccia a faccia con due ladri che avevano appena derubato un’anziana. Inseguimento. Colluttazione. Rischio personale. Ma anche sangue freddo e determinazione. Li ha fermati, li ha arrestati. È stato encomiato dal Comando Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta. Ma chi lo conosce sa che non si è mai vantato di quell’episodio. Ha semplicemente fatto il proprio dovere. Con quella dignità che non chiede mai applausi.

Durante la pandemia, quando il mondo si fermava e la paura cresceva, Alessandro Manganiello c’era. Come carabiniere, certo. Ma anche come cittadino, come volontario, come essere umano che ha scelto di esserci anche fuori servizio. Per dare una mano, per ascoltare, per aiutare.

A Torino, durante la cerimonia della Festa della Repubblica, è stato il Prefetto Donato Cafagna a premiarlo ufficialmente. Ma accanto a lui, a condividere l’orgoglio e l’emozione, c’era anche il sindaco di Bollengo, Luigi Sergio Ricca, che con parole semplici ha detto tutto: “Questo riconoscimento è un tributo a chi mette sé stesso al servizio degli altri”.

E allora, tra le tante medaglie consegnate quel giorno, ce n’era una che portava con sé qualcosa in più. La storia vera di un uomo che non cerca gloria ma giustizia, che non cerca titoli ma responsabilità, che non cerca potere ma rispetto.

La Repubblica ha voluto dire grazie ad Alessandro Manganiello. E con lei, lo diciamo anche noi. Perché in un tempo in cui è facile perdersi, lui ci ricorda cosa significa davvero essere presenti.

Non per dovere. Ma per amore.

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