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03 Giugno 2025 - 09:56
Il maltempo sferza San Benigno e il Canavese, ma la macchina dei soccorsi tiene
Una quercia crollata sulla Provinciale 40, un palo abbattuto su un’auto in transito, tetti sventrati dal vento, alberi spezzati come fiammiferi. Eppure, in mezzo al disastro, nessun ferito. Il Canavese ha tremato sotto l’urto del maltempo lunedì sera, 2 giugno, ma ha anche mostrato di saper reagire con prontezza e spirito di squadra. San Benigno Canavese è stato uno degli epicentri del temporale che ha colpito la zona, con raffiche di vento e pioggia torrenziale che hanno lasciato una lunga scia di danni in poche ore.
La quercia è finita di traverso sulla Strada Provinciale 40, direzione Foglizzo, bloccando la circolazione. Poco distante, un palo si è abbattuto su un’auto, fortunatamente senza colpire il conducente. Il sindaco Alberto Graffino, che ha seguito minuto per minuto l’evoluzione della situazione, ha affidato ai social il bilancio e i ringraziamenti: “Grazie alla Protezione Civile e ai volontari, che hanno messo da parte tutto per aiutare il paese. Oggi continueremo la conta dei danni, ma la priorità era la sicurezza”.
Il maltempo non si è fermato ai confini comunali. A Foglizzo, in piazza Torino, alberi crollati hanno invaso la carreggiata. A Lombardore, via Rivarossa e strada Cimitero sono state teatro di nuovi cedimenti. In via Rivarossa Molino il vento ha scoperchiato parte di un tetto, così come in via Opera Pia Camerlo, dove una seconda abitazione è stata colpita. In tutte queste aree sono intervenuti i Vigili del Fuoco, in collaborazione con i tecnici comunali, per mettere in sicurezza e liberare le strade. Anche la segnaletica stradale ha subito danni, e in diversi punti si sono verificati piccoli allagamenti.
La comunità ha risposto compatta. Volontari, Protezione Civile, amministratori e cittadini hanno lavorato spalla a spalla, dimostrando quanto possa fare la differenza una rete ben organizzata. Ma resta, forte, la domanda di fondo: quanto spesso dovremo affrontare eventi simili?
L’emergenza rientrata, la conta dei danni è solo all’inizio. Ma una cosa è chiara: il Canavese non si fa trovare impreparato. E mentre si asciugano le ultime pozzanghere e si rimuovono gli alberi spezzati, resta la consapevolezza che la prossima tempesta potrebbe non farsi attendere troppo a lungo.
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