Cerca

Attualità

Esplosione nella notte: vandali fanno saltare la saracinesca di un tabaccaio (VIDEO)

La denuncia del gruppo consiliare "Uniti per Cambiare" che chiede alla maggioranza l'adozione di misure forti

Esplosione nella notte: vandali fanno saltare la saracinesca di un tabaccaio (VIDEO)

Un frame del video che documenta i danni alla saracinesca

Notte tra sabato 31 maggio e domenica 1 giugno. Un’esplosione squarcia il silenzio in via Caselle, a Borgaro Torinese. È la saracinesca di un tabaccaio a saltare per aria. Un boato secco, la lamiera accartocciata, vetri in frantumi e tanta paura. Poteva essere una tragedia. E invece è “solo” l’ennesimo segnale, un altro capitolo di un’escalation che da mesi tiene sotto scacco un’intera comunità. A denunciare l’episodio è il gruppo consiliare di opposizione Uniti per Cambiare guidato dalla capogruppo consiliare Elisa Cibrario Romanin, che affida a un comunicato stampa un atto d’accusa duro nei confronti dell’amministrazione.

“Non si può più far finta di nulla. La sicurezza a Borgaro è un problema serio, concreto e urgente. I cittadini hanno il diritto di sentirsi protetti nelle strade, nei luoghi pubblici e davanti ai propri negozi. Non è più tempo di minimizzare”, scrivono i consiglieri.

Non è un caso isolato, e non è la prima volta che accade. L’ultimo episodio clamoroso risale al weekend del 10-12 maggio, quando ignoti sono penetrati nella scuola media Carlo Levi. Hanno portato via diversi computer – strumenti indispensabili per l’attività didattica – e vandalizzato le macchinette del caffè. Un colpo che ha lasciato il segno. Un attacco alla scuola, simbolo della comunità, che ha sollevato interrogativi e alimentato un senso di insicurezza diffusa.

Ma la lista degli episodi non si ferma qui. Come ricordano gli esponenti di Uniti per Cambiare, il 13 febbraio, nella notte, un uomo si era introdotto negli uffici comunali al piano terra del Municipio. Le telecamere di sorveglianza esterne non avevano permesso l’identificazione. Anche in quell’occasione, il Sindaco aveva liquidato il tutto come l’opera di “un poveretto in cerca di rifugio”, assicurando che “a breve ci sarà una grande novità in materia di sicurezza”. Promesse, parole, intenzioni. Ma i fatti, al momento, raccontano altro.

Perché all’esplosione della saracinesca e al raid nella scuola, si sommano continui episodi di microcriminalità che stanno logorando la pazienza dei residenti. La notte dell’esplosione è stata accompagnata da fuochi d’artificio sparati senza un motivo preciso. Un fenomeno che potrebbe sembrare folkloristico, ma che molti cittadini interpretano come una forma di sfida o – peggio – come un segnale. Per cosa, e per chi, è difficile dirlo. Ma il sospetto resta.

In parallelo, sulle auto parcheggiate lungo via Garibaldi e via Torino sono comparsi danni sistematici agli specchietti retrovisori. Un vandalismo mirato, ripetuto, documentato da decine di segnalazioni. E qui si apre un altro fronte: quello del controllo del territorio, che appare sempre più debole. Uniti per Cambiare punta il dito contro l’inefficienza del sistema di videosorveglianza, e accusa apertamente l’assessore alla sicurezza Eugenio Bertuol di aver sottovalutato per troppo tempo il fenomeno: “In passato ha parlato di episodi causati probabilmente da qualche sbandato. Oggi è evidente che non si tratta di casi sporadici ma di una vera e propria emergenza”.

A tutto questo, si aggiunge il ricordo di quanto avvenuto nel Consiglio Comunale del 28 aprile. In quella sede l’opposizione aveva chiesto espressamente un collegamento diretto delle forze dell’ordine con le telecamere di sorveglianza e un potenziamento del sistema interno del Municipio. Ma, secondo quanto riportato nel comunicato, il Sindaco avrebbe ridimensionato la questione. Una leggerezza che oggi pesa, alla luce di quanto accaduto.

“Serve un cambio di passo”, incalzano i consiglieri. E chiedono l’istituzione urgente di un tavolo tecnico sulla sicurezza, aperto a tutti: maggioranza, opposizione, Carabinieri e Polizia Locale. Un’azione bipartisan per affrontare un problema che non può più essere liquidato come episodico.

Il clima in città è teso. I commercianti sono preoccupati. Alcuni iniziano a parlare sottovoce di “intimidazioni”. Il gesto della saracinesca fatta esplodere non è solo un danno economico: è un messaggio. E in una comunità di quasi 15mila abitanti, la paura può attecchire in fretta.

“Ora basta!”, si legge in grassetto a metà comunicato. Una frase semplice, rabbiosa, diretta. La stessa che probabilmente pronunciano ogni giorno i cittadini quando si trovano a fare i conti con vetri rotti, saracinesche sfondate, scuole violate. E ora c’è chi chiede risposte. Non più slogan o rassicurazioni, ma misure concrete: pattugliamenti notturni, investimenti veri su telecamere funzionanti, presenza fisica delle forze dell’ordine nei luoghi più a rischio.

Nel frattempo, Uniti per Cambiare ringrazia apertamente i Carabinieri e i Vigili del Fuoco intervenuti sul posto in via Caselle, sottolineando la tempestività dell’azione e la professionalità delle forze dell’ordine. Ma avverte: “Non possiamo lasciare tutto sulle loro spalle. Serve una strategia politica”.

La città osserva, commenta, si indigna. Ma senza un cambio di rotta – politico e operativo – il rischio è che Borgaro si abitui all’anormalità. Che ogni nuovo episodio venga archiviato come routine, come qualcosa con cui convivere. E a quel punto, non sarà più solo un problema di sicurezza, ma di rassegnazione collettiva.

Per questo, la proposta di un tavolo tecnico potrebbe rappresentare il punto di partenza. Non sarà risolutivo, certo. Ma potrebbe servire a riportare l’attenzione su un tema che tocca tutti, indipendentemente dal colore politico. La sicurezza, come scrive il gruppo, “non è di destra né di sinistra: è un diritto”.

Un diritto che, oggi più che mai, a Borgaro sembra minacciato. E che esige risposte. Immediata. Concreta. Coraggiosa.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori