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Favria in rosa: l’unione di una comunità si fa forza nel passaggio del Giro d’Italia

"Favria si tinge di rosa: un giorno di festa, passione e unità al passaggio del Giro d'Italia 2025"

Febbre rosa con i volontari Favriesi.

Il Giro d’Italia, noto anche semplicemente come il Giro o la Corsa Rosa, è molto più di una competizione sportiva: è un rito collettivo che attraversa paesi, accende cuori e unisce generazioni sotto il segno della passione per il ciclismo. Si tratta di una delle più prestigiose corse a tappe su strada del panorama internazionale, inserita nel calendario UCI World Tour, il circuito professionistico dell’Unione Ciclistica Internazionale.

Istituito nel 1909 grazie alla lungimiranza e all’intuito giornalistico di Tullio Morgagni, Eugenio Camillo Costamagnae Armando Cougnet, il Giro è da oltre un secolo simbolo dell’Italia che sogna, fatica e si rialza. Insieme al Tour de France e alla Vuelta a España, forma il trio delle grandi corse a tappe. E se storicamente il Tour è considerato la vetta più ambita, non sono pochi i momenti — specialmente negli anni ’40, ’50 e ’70 — in cui il Giro ha eguagliato la Grande Boucle in fascino, qualità dei partecipanti e impatto popolare.

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In questo 2025, la 108ª edizione del Giro ha fatto tappa a Favria, dove sabato 31 maggio è transitata la ventesima tappa. E per una giornata, il piccolo centro canavesano si è trasformato in un tripudio di entusiasmo, orgoglio e spirito di comunità. La “febbre rosa” ha contagiato tutti: dalle scolaresche agli anziani affacciati ai balconi, dai commercianti che hanno addobbato le vetrine al pubblico accorso per vedere da vicino i campioni della strada.

A rendere possibile questo momento di festa e di sport è stata una straordinaria macchina organizzativa tutta locale. Sono scesi in campo, con la consueta generosità, gli Alpini, presidio instancabile del territorio; la Pro Loco, sempre operosa e attenta ai dettagli; i volontari della Protezione Civile Comunale, esempio di dedizione e prontezza; e gli agricoltori, che con i loro trattori hanno garantito ordine e sicurezza lungo il percorso. Il tutto sotto il coordinamento impeccabile della Polizia Locale, dei Carabinieri e dei Cantonieri Comunali, che hanno lavorato fianco a fianco per far sì che tutto si svolgesse in sicurezza e senza intoppi.

È in giornate come questa che si percepisce il valore autentico dell’unità e del senso civico. A ricordarcelo è anche un antico proverbio latino, che mai come oggi appare attuale: “L’unione fa la forza”. Ma forse — e Favria ne è la prova vivente — l’unione non solo rafforza, ma infonde anche speranza, rianima l’orgoglio delle comunità locali e ci fa credere che qualcosa di meraviglioso possa ancora e sempre accadere.

Il passaggio del Giro non è solo un momento sportivo. È una celebrazione dell’Italia che resiste, che si organizza, che si stringe attorno a un sogno. A Favria, per un giorno, quel sogno ha preso il colore rosa. E non se ne andrà tanto facilmente.

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