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Addio ad Angelo Schianto: Castiglione piange il suo campione di bocce

La comunità si stringe per l'ultimo saluto al presidente onorario della bocciofila. Aveva 55 anni

Addio ad Angelo Schianto: un campione che ha unito una comunità

È stato un addio commosso e silenzioso. Di quelli che stringono il cuore e lo riempiono di gratitudine. Oggi, sabato 31 maggio, l’intera comunità di Castiglione Torinese e Brandizzo ha detto addio ad Angelo Schianto, spentosi a 55 anni dopo aver combattuto contro un brutto male. Il presidente onorario della bocciofila Asd Castiglionese era molto più di un dirigente sportivo: era un simbolo. Una presenza forte, gentile, che ha saputo unire generazioni intere attorno al mondo delle bocce.

Il feretro, accolto dal picchetto degli Alpini giunti da tutto il territorio, è stato accompagnato da una folla commossa. Tanti, tantissimi, i presenti: amici, famiglie, società bocciofile, semplici cittadini. La chiesa dei Santi Claudio e Dalmazzo era gremita per la funzione officiata da don Luca Ramello, che ha letto anche il messaggio di don Martino, parroco di Castiglione, oggi assente ma legatissimo ad Angelo: «Mi ha accolto come un amico, mi ha fatto sentire subito parte di questa comunità. E l’ha fatto, come sempre, attraverso la bocciofila».

Il mondo delle bocce piange uno dei suoi grandi. Classe 1970, Schianto era stato campione del mondo a squadre under18 e campione italiano nel tiro di precisione nel 1988 con la Sassi Torino. Una carriera che aveva fatto scuola, culminata in quella maglia azzurra che per molti rappresenta un sogno, per lui era il risultato di sacrifici, disciplina e amore per lo sport.

Angelo Schianto giovane campione delle bocce

“Oggi è una giornata triste per il nostro mondo, quello delle bocce – scrive la Federazione Italiana Bocce Comitato Regionale Piemonteperché un altro amico ci ha lasciato. Noi lo ricordiamo con la maglia azzurra: il simbolo della sua dedizione e passione.”

Sui social, in queste ore, scorrono foto di partite, di medaglie, di sorrisi. Ma soprattutto scorrono le parole delle persone comuni. Quelle che con Angelo hanno condiviso non solo il gioco, ma la vita.

A piangerlo oggi c’erano la moglie Alessandra, i figli Noemi, Luca, Cristiana, Andrea e Martina, i generi Davide e Carlo, la sorella Isabella, i familiari e gli amici di sempre, tra cui Silvio e Patrizia. Il dolore è collettivo, perché Angelo Schianto non era solo un volto dello sport, era un punto di riferimento umano per tutta la comunità.

Dalla sua casa di strada Tetti Genova 9 è partito il corteo funebre diretto al Tempio Crematorio del Cimitero di Mappano, dove si è celebrato l’ultimo saluto. Chi ha potuto, si è raccolto in preghiera già venerdì sera, nella veglia organizzata in chiesa.

Chi l’ha conosciuto continuerà a raccontarlo: il gesto elegante quando tirava, la pacatezza di una stretta di mano, l’umiltà di chi ha vinto ma non ha mai fatto pesare le sue medaglie. Angelo Schianto era così. E così resterà nel cuore di chi l’ha incontrato, almeno una volta, in quel piccolo mondo fatto di bocce, di sabbia, di amici e di sogni condivisi.

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