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Dalla fame alla fama: lo chef di Rondissone trionfa in TV

Dopo anni di sacrifici tra cucine bollenti, si prende la sua rivincita davanti a milioni di telespettatori: “Volevo solo gridarlo al mondo… non sapevo più nemmeno come si prende in mano il telefono”

Mercoledì sera, 28 maggio, sotto le luci intense dello show televisivo rumeno “Chefi la cuțite” e tra l’applauso commosso del pubblico, Claudiu Ghergut ha alzato al cielo il trofeo: è lui il nuovo chef consacrato dal programma, portando a casa non solo il prestigioso titolo, ma anche un premio da 30.000 euro. 

Ma dietro quel trionfo c’è molto più di una vittoria in tv. C’è la storia di un ragazzo che non ha mai smesso di credere nei sogni, anche quando la vita sembrava portargli via tutto. Dietro quel sorriso incredulo e quella voce rotta dall’emozione, si nasconde un passato difficile: la fame, l’assenza del padre perso troppo presto, l’infanzia segnata dalle difficoltà in Romania, l’arrivo in Italia, a Rondissone, giovanissimo. 

Eppure, Claudiu ha scelto la strada della luce. Con umiltà e una passione viscerale per la cucina, ha studiato, si è formato e ha lavorato sodo. Fino a diventare sous chef in un ristorante stellato in Svizzera. E ora… anche chef campione in tv. 

Il piatto che gli ha fatto conquistare la vittoria è stato PETTO DI MAIALE con agrumi ,mela , purea di patate dolci e caviale di limone salato. Una combinazione sorprendente, che ha unito tecnica, audacia e anima. 

Claudiu Ghergut, 30 anni – ne compirà 31 il 25 giugno – è nato in Romania, in una famiglia segnata dalla sofferenza. Dopo la morte del padre, quando era ancora un bambino, ha conosciuto la mancanza, le rinunce, le giornate in cui il futuro sembrava un miraggio. Ma non ha mai ceduto. 

Emigrato in Italia da adolescente con una valigia leggera e il cuore colmo di speranza, ha affrontato ogni ostacolo con determinazione. Il primo coltello da chef lo ha comprato risparmiando per mesi: non era solo uno strumento, ma il simbolo concreto di un sogno. 

Quella speranza lo ha accompagnato ogni giorno, tra turni infiniti e cucine bollenti, fino a raggiungere una cucina stellata. Un cammino costruito con sudore, passione e forza silenziosa. 

Poi è arrivata l’occasione: “Chefi la cuțite”, il talent che gli ha permesso di mostrare al mondo non solo il suo talento tecnico, ma anche l’anima, l’umanità, la gratitudine. Con piatti che raccontavano emozioni autentiche, puntata dopo puntata ha conquistato tutti. 

In quella serata memorabile, il suo nome è risuonato forte. L’abbraccio, le lacrime, l’applauso: “Claudiu Ghergut!”. Quel momento è stato la risposta a ogni notte insonne, a ogni fatica, a ogni passo difficile.

 Claudiu, il ragazzo arrivato a Rondissone, conquista la Romania e vinceChefi la cuțite” 

Com’è stato sentir pronunciare il tuo nome come vincitore? 

Un’emozione che non si può descrivere facilmente. In quel momento ho sentito tutta la fatica, tutti i sacrifici, tutte le notti passate a lavorare... esplodere in un solo istante. È stato come se il tempo si fosse fermato. Il cuore che batteva a mille, le mani che tremavano, le lacrime che non riuscivo a fermare. Non riuscivo a credere che fosse vero. Ancora oggi faccio fatica a crederci.

Qual è stato il piatto che hai preparato nella finale e che ti ha fatto vincere? 

Penso che il piatto che ha fatto la differenza in finale, rispetto agli altri concorrenti, sia stato il piatto principale, ovvero: petto di maiale con agrumi, mela, purea di patate dolci e caviale di limone salato. 

Qual è stato il momento più difficile e quello più bello del percorso? Hai mai pensato di mollare durante il programma? Cosa ti ha fatto andare avanti? 

Il momento più difficile? Senza dubbio la prima prova. Ho sbagliato la cottura del pollo… lì mi sono sentito crollare. Mi sono vergognato, ho pensato seriamente di mollare tutto e tornare a casa. Ma poi è arrivato il più bello: quando ho ricevuto i primi venti punti. Il massimo. In quel momento ho capito che valeva la pena lottare. 

A motivarmi è stato soprattutto Chef Orlando Zaharia. Ogni volta che mi vedeva giù, riusciva a tirarmi su, a spingermi più in alto. Ha creduto in me più di quanto io stesso riuscissi a fare. 

Quanto tempo sei stato impegnato con le registrazioni? 

Circa 30 giorni, distribuiti su più mesi. Un tempo intenso, pieno di emozioni e sfide continue. 

C’è stato un piatto che ti ha messo particolarmente alla prova? 

Sì, assolutamente. La prova sulle tradizioni, con le «tocanite». Era una responsabilità enorme rappresentare un piatto della nostra cultura, e farlo bene.

Hai avuto un legame speciale con qualcuno dei concorrenti o giudici? 

Sì, con Adrian Doroftei ho legato molto durante le registrazioni. Poi anche con Andy e, ovviamente, con il mio chef, che è stato molto più di un semplice chef. 

Chi è stata la prima persona che hai chiamato dopo aver vinto? 

Sinceramente... non me lo ricordo nemmeno. In quel momento volevo chiamare tutti, urlarlo al mondo intero. Ero così sopraffatto dall’emozione che non sapevo nemmeno più come si fa a prendere in mano il telefono. Il cuore correva più veloce della mente. Avevo solo voglia di abbracciare tutte le persone che hanno creduto in me, anche da lontano.

Cosa succede ora? Hai già progetti, sogni, proposte concrete? Hai già ricevuto proposte di lavoro? 

Per ora risponderò alle richieste di eventi qui in Romania e, nel frattempo, studierò un po’ quello che potrebbe offrirmi il mercato. Poi, più tardi, prenderò una decisione. 

Hai già deciso come utilizzerai il premio in denaro? 

Sì, con una parte del denaro cercherò, grazie alla cucina, di aiutare i ragazzi in difficoltà, portandoli a uscire da un luogo tossico. 

Sei ancora in contatto con gli chef? 

Sì, sono rimasto in buon contatto con Orlando, perché durante il programma si è creato un legame molto importante che voglio veramente mantenere. 

La sua storia ci ricorda che, anche partendo da momenti difficili e da lontano, con passione, determinazione e un sogno nel cuore, si possono raggiungere traguardi straordinari. Da Rondissone alla ribalta internazionale, Claudiu è la prova vivente che la forza di volontà può davvero trasformare la vita. 

 

 

 

 

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