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Canavese, case a poco prezzo ma da rifare da cima a fondo: è davvero un affare?

Prezzi stracciati, borghi affascinanti e silenzio alpino. Ma dietro il sogno rurale si nasconde una realtà fatta di ristrutturazioni, vincoli e classi energetiche pessime. Il Canavese è un’opportunità... se sai dove metti le mani

Canavese, case a poco prezzo

Canavese, case a poco prezzo ma da rifare da cima a fondo: è davvero un affare?

Case grandi, tetti in lose, cortili con vista montagna. E prezzi da saldo: 300, 400, 600 euro al metro quadro. In certi paesi del Canavese puoi acquistare un alloggio di 100 metri a meno di 50.000 euro. Un sogno per chi arriva dalla città. A Palazzo Canavese si parte da 285 €/m², a San Giusto 513 €/m², a Candia 604 €/m², a Romano quasi 900 €/m², ma restiamo comunque ben sotto la media della provincia di Torino, che sfiora i 1.300 €/m². Quesot è quello che si legge sui principali siti immobiliari italiani (Idealista, Immobiliare e RealAdvisor) Ma se è tutto così economico, dove sta il trucco?

Nel mattone. Vecchio, vecchissimo, in certi casi abbandonato.

Nel Canavese, il patrimonio immobiliare è in larga parte ante 1970. E questo vuol dire una cosa sola: case fuori norma. Impianti non a norma, infissi marci, tetti da rifare, classi energetiche F o G. Muri che disperdono calore, stufe a legna o caldaie antiquate, zero isolamento. E attenzione: non è solo un problema di bollette. È un rischio patrimoniale serio. Perché con la direttiva europea “Case Green”, l’obbligo è chiaro: entro il 2030 tutte le abitazioni dovranno arrivare almeno alla classe E, ed entro il 2033 alla D. Chi non si adegua, non potrà vendere né affittare. Tradotto: la tua casa rischia di diventare invendibile.

E allora? Vale la pena comprare in Canavese?

Dipende. Se cerchi una casa pronta, moderna, efficiente, questo non è il posto giusto. Ma se hai spirito d’iniziativa, un po’ di pazienza e il coraggio di metter mano a una ristrutturazione seria, qui puoi fare centro. Il costo d’acquisto è talmente basso che lascia margine per gli interventi. Con i giusti bonus, puoi trasformare una stalla in un loft, un rustico in una baita, una casa vuota in una seconda vita.

Il problema è che le ristrutturazioni costano, e le imprese scarseggiano. I tempi si allungano, le detrazioni cambiano, i materiali rincarano. E in certi paesi servono permessi, nulla osta, progetti antisismici, diagnosi energetiche. Senza contare i vincoli paesaggistici. Serve saperci fare. E non tutti ne hanno voglia.

E le nuove costruzioni? Ce ne sono poche. Secondo ENEA, solo il 6% degli immobili è stato costruito tra il 2016 e il 2022, e appena il 3,5% dopo il 2022. Il resto è tutta roba vecchia. Ma quel poco di nuovo che c’è è ben fatto: pannelli solari, pompe di calore, cappotto termico, vetri tripli, classi A o B. Ottimo per chi vuole un’abitazione efficiente, ma i prezzi sono ovviamente più alti. E si trovano più facilmente nei centri maggiori, come Ivrea, Cuorgnè, Rivarolo.

Il resto del territorio è un mosaico di occasioni e rovine, borghi spopolati, case vuote. In alcuni paesi l’età media supera i 60 anni, e le serrande restano abbassate per mesi. Ma è anche un’area con aria buona, verde, paesaggi mozzafiato e poco traffico. E la qualità della vita, per chi ama la tranquillità, è impagabile. Ci sono storie di giovani famiglie che hanno lasciato Torino per ristrutturare una casa in Canavese, aprire un B&B, un laboratorio artigiano, un orto sociale. Ce l’hanno fatta. Ma ci sono anche tanti immobili comprati per poco e poi rimasti fermi, in attesa di soldi o permessi che non sono mai arrivati.

E le istituzioni? Il ruolo dei Comuni è decisivo. Ma spesso sono piccoli, con poche risorse. Alcuni si stanno attivando con piani di rigenerazione urbana, sportelli edilizia, bandi per attrarre giovani. Ma servirebbe un piano più ampio, coordinato a livello metropolitano e regionale. Perché il Canavese ha tutto: natura, storia, posizione strategica, ma non può farcela da solo.

Chi compra oggi deve sapere cosa lo aspetta. Non basta guardare il prezzo su Immobiliare.it. Serve un tecnico che analizzi l’immobile, un computo preciso dei lavori, una stima della classe energetica da raggiungere. E bisogna muoversi adesso. Perché dal 2030, le regole cambieranno per tutti.

Comprare in Canavese conviene se hai voglia di metterci testa, mani e soldi. Non conviene, se cerchi un appartamento pronto all’uso. Sì, se credi nella rinascita dei borghi, nella transizione ecologica e nella qualità della vita fuori città. No, se ti spaventa il cantiere o la burocrazia. Ma una cosa è certa: il Canavese è il posto giusto per chi vuole trasformare un rudere in un progetto di vita. O almeno provarci.

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