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Canavese in lutto per Eugenio Mattioda, l’imprenditore sportivo dal cuore grande

I funerali si svolgeranno questa mattina. Aveva da poco compiuto 70 anni

 Eugenio Mattioda aveva da poco compiuto settant'anni

Eugenio Mattioda aveva da poco compiuto settant'anni

Si celebrano questa mattina i funerali di Eugenio Mattioda, l’imprenditore 70enne stroncato da un malore improvviso nella sua casa. L’ultimo saluto sarà alle 10.30, nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo. La città della ceramica si ferma. Per piangere un uomo vero.

Eugenio, per tutti “Geni”, era molto più di un imprenditore. Era un’anima instancabile, un vulcano di energia e passione. Amava lo sport, la montagna, la mountain bike, il calcio, il padel. Aveva trasformato il suo autolavaggio in un punto d’incontro, con spazi dedicati alle biciclette da enduro e downhill. Un luogo vivo, proprio come lui.

La notizia della sua morte ha scosso Castellamonte e tutto il Canavese. In tanti si stanno stringendo attorno alla famiglia, agli amici, a chi con Eugenio condivideva chilometri di sentieri, discese mozzafiato e risate sincere.

«Oggi è un’altra di quelle giornate tristi. Purtroppo ci hai lasciato, che tristezza» – ha scritto sui social l’assessore di Frassinetto, Flavio Querio, anche lui suo coscritto – «Abbiamo condiviso tanti momenti assieme: le amate mountain bike, le spericolate discese. Eri orgoglioso dei tuoi sentieri nella conca del Piova. Li avevi ripuliti e segnati. Sembravi un quarantenne ancora in sella. Ultimamente eri diventato anche un campione nel padel. Parlerò con l’amministrazione e con l’assessore allo Sport per dedicarti uno di quei percorsi che tanto amavi. Ciao Geni, un abbraccio forte».

 

Parole che raccontano tutto. L’affetto, la stima, la gratitudine verso chi, con umiltà e dedizione, ha lasciato un’impronta indelebile.

Eugenio Mattioda non era solo uno sportivo, era un esempio. Chi lo ha conosciuto lo ricorda con commozione: l’amico pronto ad aiutare, il compagno di pedalate che non mollava mai, il sognatore che a settant’anni coltivava ancora progetti e passioni. Il sorriso aperto, il cuore grande.

Un pezzo di Castellamonte se ne va con lui. Ma la sua eredità vive. In ogni curva tracciata nei boschi. In ogni amico che oggi piange e ricorda.

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