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29 Maggio 2025 - 23:53
Luca Spitale
C’è il sindaco Matteo Chiantore che prende la parola e comincia a leggere gli appunti lasciati dalla consigliera comunale Elisabetta Piccoli sul retro di una mozione riguardante i campi da tennis di via Cascinette. Lo fa sostenendo che qualcuno, interessato alla gestione degli impianti, glieli abbia suggeriti per influenzarne l'iter. Lo fa insinuando un fatto molto grave, considerando che c’è un avviso pubblico in corso.
Lei si inalbera. Dice e sottolinea d’aver chiesto al segretario comunale di strappare quella bozza e di averne inviata un’altra senza appunti che è poi stata protocollata. Dice tante cose e nel bel mezzo del battibecco, con una che si difendeva e l’altro che attaccava, si inserisce il presidente del Consiglio comunale Luca Spitale, nei panni dell’incredibile Hulk che minaccia e urla con tutto il fiato che ha in gola.
Questa è la premessa con tutti i retropensieri, compreso quello di un segretario che vede la mozione di Piccoli e, trullalero trullallà, la gira al sindaco ridendo come un ragazzino. “Ha telefonato dicendomi di stracciarla… Che facciamo…? La leggiamo in pubblico?”.
Insomma, roba forte, da tenersi alla sedia, ma il punto è un altro…. Che cosa c’è che non va? Di sicuro non i contenuti. Ci sta che un sindaco voglia fare teatro (ne è capace) avendo intravisto in quegli appunti un non so che di pruriginoso, ma ci sta anche che la consigliera, tirata in ballo, intervenga “rumorosamente” per difendersi. La battaglia politica vive anche di dibattiti e scambi accesi, ci mancherebbe ancora.
Tutto giusto, tranne lui: Luca Spitale. Sebbene sia espressione della maggioranza, infatti, un Presidente del Consiglio, ha il dovere di comportarsi in modo super partes, tutelando i diritti di tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione. Deve inoltre moderare gli interventi, concedere la parola e, se necessario, sospendere o sciogliere la seduta.
Ma prima ancora, deve saper anticipare qualsiasi cosa possa far innervosire gli animi. Non può pretendere che Piccoli stia zitta se il sindaco la accusa pubblicamente di aver fatto i truschini. Avrebbe semmai dovuto (anche per finta) far tacere il sindaco, senza aspettare che tentasse di farlo Piccoli.
Ci va tanto per capirlo? È quello che avrebbero fatto tutti i presidenti del Consiglio comunale di Ivrea conosciuti negli ultimi vent’anni. Ma provate solo a immaginare cosa sarebbe successo in aula se un intervento simile lo avesse fatto il sindaco Stefano Sertoli ai tempi di Francesco Comotto e Maurizio Perinetti seduti all’opposizione. Sarebbe venuto giù il mondo.
Convinti come siamo di tutto questo, oggi abbiamo cercato di capire che cosa ne pensano in maggioranza e in minoranza. Se qualcuno ha detto a Spitale: “ma che cazzo fai?”.
Secondo Erna Restivo, di Laboratorio Civico, “è sempre spiacevole quando le cose degenerano…” ed è “fondamentale che tutti in Consiglio rispettino i tempi e le modalità previste dal regolamento, che serve a garantire equità e ordine. La parola va chiesta e concessa dal Presidente prima di intervenire, anche in caso di torti percepiti…”.
Vanessa Vidano, di Viviamo Ivrea, è un po' meno rigia.
“Non essendo presente - alza le mani - e avendo seguito i lavori in streaming, non ho potuto comprendere appieno la dinamica. Tuttavia, è evidente che quando non si rispettano le regole delle sedute consiliari, i toni possono facilmente degenerare…”.
La capogruppo del Partito Democratico, Barbara Manucci, sostiene che non si può esaminare la questione solo dal punto di vista dei compiti del Presidente. “I consiglieri – dice – hanno il dovere di rispettare le regole: chiedere la parola, attendere che venga concessa e rispettare i tempi assegnati. Senza questo rispetto reciproco, è impossibile per il Presidente garantire il corretto funzionamento dell’organo collegiale”.
Dall’opposizione, Paolo Noascone, della lista civica Sertoli Sindaco, esprime solidarietà a Piccoli.
“I toni accesi del Presidente – stigmatizza – hanno generato momenti di tensione che ostacolano un dialogo costruttivo. Sarebbe stato più appropriato sospendere la seduta prima di leggere una mozione contenente un testo errato”.
Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda la consigliera comunale Marzia Vinciguerra, di Fratelli d’Italia.
“Piccoli – commenta – ha preso la parola per difendere un diritto fondamentale: la riservatezza. Nonostante avesse chiesto più volte al sindaco di non leggere una mozione inviata con contenuti evidentemente non conformi, la sua richiesta non è stata ascoltata. Le modalità con cui il Presidente si è rivolto alla consigliera Piccoli sono discutibili e mi auguro restino un caso isolato”.
Ben più tagliente il commento di Andrea Cantoni, consigliere di Fratelli d’Italia.
“Ma la sinistra non era per la legalizzazione della droga leggera? – ironizza – Forse qualcosa di rilassante potrebbe giovare al nostro Presidente del Consiglio comunale, visto che temo che una camomilla non sia sufficiente. Simili momenti, in cui un sindaco manca gravemente di rispetto verso l’intera aula e un consigliere parla senza chiedere la parola, abbassano sensibilmente il livello dei lavori consiliari. Gli strumenti per affrontare queste situazioni esistono e sono scritti nel Regolamento, che ovviamente non prevede le urla della Presidenza né tantomeno lo scherno verso i consiglieri del ‘vuol venire lei al mio posto?’. L’ennesima scena spiacevole”.
Infine Massimiliano De Stefano, consigliere di Azione – Italia Viva.
“Da quanto ho potuto osservare - stigmatizza - la gestione della situazione è stata poco brillante, a partire dall'intervento della collega Piccoli, che avrebbe potuto prendere la parola dopo il sindaco o presentare immediatamente una mozione d'ordine. La capisco, però, poiché anche io ho vissuto momenti simili. Per quanto riguarda il presidente, non mi permetto di giudicare, per la stessa ragione. Però, con un po' di ilarità dico che mi viene da sorridere immaginare un vigile che al suono della campanella del presidente, accompagna un consigliere fuori dall’aula: un'efficace dimostrazione di come la polizia locale a comando si impegni per la sicurezza contro i malvagi consiglieri di opposizione. Non sarebbe una bella immagine per nessuno. Tuttavia, è lodevole che un consigliere si avvalga di esperti su questioni importanti per la comunità…”.
Morale delle interviste? Se i consiglieri comunali la vedono così, come si può pensare che un presidente del Consiglio comunale si ravveda? E c'è dell'altro... Noto a tutti che da Spitale a Hulk è un attimo, da qui fino alla fine della legislatura c'è da giurarci che tra le file dell'Opposizione faranno a gara per farlo venire fuori... Prepariamoci i pop-corn!
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