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Heysel, 40 anni dopo: il monumento “Verso Altrove” accende la memoria delle 39 vittime

Presenti alla cerimonia le istituzioni piemontesi e una delegazione del Liverpool: “Memoria, amicizia e verità per superare la notte più buia dello sport”

Heysel, 40 anni dopo

Heysel, 40 anni dopo: il monumento “Verso Altrove” accende la memoria delle 39 vittime (foto di repertorio)

Un monumento per guardare avanti senza dimenticare. Si chiama “Verso Altrove” ed è l’opera firmata da Luca Vitone e progettata dal compianto Luca Beatrice per commemorare le 39 vittime della strage dell’Heysel, la sera del 29 maggio 1985. Una rampa a spirale, illuminata da neon visibili da lontano, termina in un cannocchiale con lenti invertite, simbolo di un futuro da osservare con distacco, per non perdere mai il senso della memoria.

L’inaugurazione si è svolta a Torino, nel giorno esatto in cui, 40 anni fa, sugli spalti dello stadio belga, persero la vita decine di tifosi della Juventus travolti dalla furia hooligan. L’opera è stata voluta dalla Juventus e curata da Luca Beatrice prima della sua scomparsa. Durante la cerimonia sono stati letti i nomi delle vittime e proiettata un’anteprima della docuserie Heysel, la tragedia, che rievoca quella notte con immagini inedite e le voci dei sopravvissuti.

«Oggi abbiamo reso omaggio alle 39 vittime con un’opera che resterà nel tempo – hanno dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessora alla Cultura Marina Chiarelli –. “Verso Altrove” è un luogo di memoria e di riflessione, ma anche uno spazio per guardare al futuro con speranza». Cirio ha aggiunto: «Martedì, a Bruxelles, ho deposto una corona allo stadio Heysel a nome del Piemonte. Quella notte lo sport fu calpestato. Il nostro dovere è ricordare per costruire un futuro di pace».

La memoria si estende anche oltre la Manica, dove il sindaco di Liverpool, Steve Rotheram, ha raccontato alla BBC di essere presente quella sera all’Heysel: «È stata la notte più buia per la nostra città. Un disastro generato da carenze organizzative, una polizia impreparata e uno stadio fatiscente. Non va dimenticato neppure il ruolo di una parte della nostra tifoseria: alcuni furono incarcerati per omicidio colposo». Il Liverpool ha annunciato per l’estate un nuovo memoriale davanti ad Anfield, con sciarpe annodate delle due squadre e la scritta In memoria e amicizia.

La tragedia dell’Heysel è tornata a farsi storia personale attraverso il libro “La ragazza dai pantaloni verdi” del giornalista Luca Serafini, dedicato a Giusy Conti, una delle due donne uccise. Giusy, 17 anni, partì da Rigutino con suo padre per vedere la Juve: fu travolta nella curva Z, non fece più ritorno. «Con questo libro – racconta Serafini – ho voluto restituirle voce, desideri, sogni. Era una ragazza piena di vita e di sport». Accanto a lei, quella sera, morì anche il medico Roberto Lorentini, padre di Andrea Lorentini, oggi presidente dell’associazione delle famiglie delle vittime.

A quarant’anni da quella sera, l’Heysel resta una ferita aperta che chiede silenzio, ma anche consapevolezza. E l’arte, insieme alla memoria, prova a offrire un varco per superare il dolore senza rimuoverlo. Verso altrove, ma con lo sguardo rivolto indietro.

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