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Aviaria a Chivasso e dintorni: dopo il focolaio continua il monitoraggio

I veterinari dell'Asl To 4 sono stati sentiti in commissione regionale ed hanno relazionato sul virus H5N1

Aviaria a Chivasso e dintorni: dopo il focolaio continua il monitoraggio

Aviaria a Chivasso e dintorni: dopo il focolaio continua il monitoraggio

Continua nel territorio di competenza dell'Asl To4 il monitoraggio sugli allevamenti che detengono specie sensibili all'influenza aviaria. Lo hanno ribadito, durante l'audizione in commissione regionale Sanità, Ivano Amedeo e Manuela Massa del Servizio Veterinario dell'Asl To4, facendo il punto a distanza di 4 mesi dal focolaio in un allevamento di polli a Chivasso.

"A fine gennaio è arrivata una segnalazione di mortalità anomala nello stabilimento - hanno spiegato -, a seguito della quale sono state effettuate le verifiche che hanno portato a individuare la positività all'influenza aviaria H5N1. Nei giorni seguenti sono stati eseguiti ulteriori controlli su quaranta allevamenti e sono state adottate misure precauzionali, poi revocate a fine marzo. Continua però il monitoraggio".

Il direttore regionale competente Bartolomeo Griglio ha sottolineato l'importanza del "modello Piemonte che prevede quattro servizi multizonali di prevenzione e polizia veterinari che permettono di intervenire in tempi rapidi con personale delle Aziende sanitarie senza ricorrere a ditte private o cooperative"

Giuseppe Ru, dell'Istituto zooprofilattico sperimentale ha infine evidenziato "l'importanza della diagnosi tempestiva e quanto fatto per raccogliere tutte le informazioni necessarie a circoscrivere il focolaio".

Abbattuti 55mila tra polli e galline

Nel febbraio 2025, un focolaio di influenza aviaria colpì un allevamento intensivo a Castelrosso, frazione di Chivasso, portando all’abbattimento di 55mila polli e galline. L’Asl TO4 rese noto l’evento durante una conferenza stampa con il direttore generale Luigi Vercellino, la direttrice sanitaria Sara Marchisio e il responsabile veterinario Ivano Amedeo. Le operazioni di abbattimento, concluse il 7 febbraio, furono condotte in tempi record da personale sanitario pubblico regionale e da una ditta specializzata incaricata dello smaltimento.

L’Asl istituì subito due zone concentriche di protezione e sorveglianza nel raggio di 3 e 8 chilometri dal focolaio, coinvolgendo 25 Comuni, tra cui Caluso, Mazzè, Montanaro e San Benigno. Furono eseguiti oltre 800 prelievi tra esami tracheali e analisi di capi deceduti, tutti risultati negativi. Nessun caso positivo fu riscontrato neppure tra i 200 controlli effettuati negli allevamenti piemontesi che avevano avuto contatti commerciali con Castelrosso.

Il primo allarme risaliva al 30 gennaio, con un’impennata anomala della mortalità tra i volatili. Le analisi di laboratorio a Padova confermarono la presenza del virus H5N1 il 1° febbraio. Le autorità attivarono subito il protocollo di contenimento, riuscendo a bloccare la diffusione del virus.

Nonostante il rischio per la popolazione fosse ritenuto molto basso, l’Asl istituì due nuclei di crisi – uno per la salute animale e uno per quella umana – attivi per l’intera durata dell’osservazione post-focolaio. Anche dal punto di vista della sicurezza alimentare, fu confermata l’assenza di pericoli: tutti i prodotti avicoli in commercio erano stati sottoposti a rigorosi controlli.

Il totale degli animali presenti nell’allevamento al momento del sospetto ammontava a 65mila capi, e il numero medio di campioni analizzati quotidianamente era compreso tra i 70 e gli 80. L’Asl TO4 ribadì che il focolaio risultava esaurito, la situazione sotto controllo e le misure precauzionali efficaci. La raccomandazione finale restava quella di acquistare solo da filiere ufficiali e cuocere correttamente i prodotti avicoli per garantire la sicurezza collettiva.

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