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Influenza aviaria, test negativi sugli allevamenti intorno a Chivasso. Abbattuti 50.000 polli. Estesa la zona di sorveglianza

Il danno economico ammonta a circa 400.000 euro. Martedì aggiornamenti dall'Asl To 4

Influenza aviaria, test negativi sugli allevamenti intorno a Chivasso. Abbattuti 50.000 polli

Influenza aviaria, test negativi sugli allevamenti intorno a Chivasso. Abbattuti 50.000 polli

Dopo giorni di preoccupazione, arriva un primo segnale positivo per gli allevatori piemontesi. I test condotti negli allevamenti della zona di Chivasso, dove nei giorni scorsi è stato individuato il primo focolaio di influenza aviaria in Piemonte, hanno dato esito negativo. Questo significa che, al momento, il virus non si è diffuso ad altre aziende avicole. Una notizia incoraggiante, ma che non permette ancora di abbassare la guardia. L’Asl To4 continuerà a monitorare la situazione e martedì fornirà aggiornamenti nel corso di un incontro con i giornalisti.

L’allarme è scattato il 31 gennaio, quando un’elevata mortalità di polli è stata registrata in un allevamento di Chivasso. Il giorno successivo, i test hanno confermato i sospetti: influenza aviaria. Come previsto dai protocolli di sicurezza, l’allevamento è stato immediatamente posto sotto sequestro dai Servizi Veterinari dell’Asl To4, mentre sono partiti accertamenti su mezzi e persone entrati in contatto con la struttura nei giorni precedenti. L’obiettivo era duplice: risalire all’origine del contagio e verificare se il virus potesse aver già colpito altri allevamenti. Per precauzione, le autorità sanitarie hanno disposto lo stop alla vendita di pollame e uova provenienti da tutti gli allevamenti avicoli di Chivasso e dei comuni limitrofi. Il provvedimento ha coinvolto tredici centri del territorio, tra cui Caluso, Casalborgone, Castagneto Po, Crescentino, Lauriano, Mazzè, Montanaro, Monteu Da Po, Rondissone, Saluggia, San Sebastiano da Po e Torrazza Piemonte.

L'allarme è scattato il 31 gennaio scorso

Nelle ultime ore però la zona di sorveglianza è stata estesa dall'Asl To 4. In particolare nei Comuni di Brandizzo, Brusasco, Caluso, Casalborgone, Castagneto Po, Cavagnolo, Chivasso, Cinzano, Crescentino, Gassino, Lauriano, Mazzè, Montanaro, Monteu Da Po, Rivalsa, Rondissone, Saluggia, San Benigno, San Raffaele, San Sebastiano da Po, Sciolze, Torrazza Piemonte, Verolengo, Verrua Savoia, Villareggia e Volpiano:

è vietata la presenza e commercializzazione dibanimali vivi di specie sensibili all'influenza aviaria (in particolare pollame domestico, papere, oche, tacchini, faraone, quaglie e fagiani) in fiere, mercati, esposizioni e altre manifestazioni.

Negli stessi Comuni, l'ASL TO 4 dispone altresi la detenzione al chiuso del pollame e dei volatili in cattività degli allevamenti all'aperto anche per il settore rurale e per gli allevamenti non commerciali. Tali misure, salvo diversa comunicazione, avranno validità 30 giorni.

La conferma che i test sui restanti allevamenti siano negativi rappresenta un segnale di speranza. Lo aveva già auspicato nei giorni scorsi il presidente di Coldiretti Piemonte, Bruno Mecca Cici, convinto che gli allevatori locali adottino standard elevati in termini di biosicurezza. Secondo lui, il Piemonte è riuscito finora a evitare focolai grazie a misure rigorose, ma la situazione in altre regioni italiane resta preoccupante. La gravità dell’influenza aviaria è legata al fatto che, una volta accertato un focolaio, non esiste alternativa all’abbattimento totale degli animali presenti. Nel caso di Chivasso, sono stati soppressi oltre 50mila polli, per un valore economico stimato in circa 400mila euro. Una perdita enorme per gli allevatori, resa ancora più pesante dall’assenza di coperture assicurative. Le compagnie, infatti, ritengono il rischio troppo elevato e non offrono polizze per le epidemie che colpiscono il bestiame.

Nonostante il primo dato positivo, la preoccupazione resta alta. L’Asl continuerà a effettuare controlli nei prossimi giorni per scongiurare il rischio di nuovi casi. Martedì sarà fatto il punto della situazione, con la possibilità di revocare alcune restrizioni se gli ulteriori test confermeranno la negatività degli allevamenti limitrofi. Il settore avicolo piemontese, già provato da mesi difficili tra peste suina e morbo della lingua blu, spera di evitare una nuova crisi che metterebbe ulteriormente in difficoltà gli allevatori.

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