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26 Maggio 2025 - 15:24
Bimbi felici, anziani attivi, giovani con futuro: ecco le città dove la vita funziona (e quelle dove crolla) (foto di repertorio)
È un'Italia spaccata in due, quella che emerge dalla nuova classifica del Sole 24 Ore sulla Qualità della vita per fasce d’età. Al Nord si moltiplicano le opportunità, il welfare funziona, si vive meglio. Al Sud, invece, regna il disagio: bambini e anziani sono i più penalizzati, i giovani arrancano. Ma stupisce anche il tonfo delle grandi metropoli, con Roma fanalino di coda assoluto tra i 107 capoluoghi analizzati, peggio ancora di Napoli, Milano e Torino.
Nella graduatoria dedicata agli over 65, è Bolzano a conquistare il primo posto grazie a basso consumo di farmaci, alta spesa sociale e capillarità dei servizi culturali, come le biblioteche. La seguono Treviso e Trento, che completano un podio interamente nordico. In fondo, invece, Trapani, Crotone, Caltanissetta: nomi già noti per criticità strutturali e scarsità di servizi sanitari e sociali.
I giovani trovano invece il loro eldorado a Gorizia, che si conferma prima per il secondo anno consecutivo. Una città universitaria e transfrontaliera che offre spettacoli, lavoro stabile (quarta per contratti a tempo indeterminato) e un ambiente favorevole per metter su famiglia, con una delle età medie più basse alla nascita del primo figlio (31,6 anni). Seguono Bolzano, Cuneo e Trieste. Ma tra le peggiori, oltre a Roma (107ª), ci sono anche Milano (101ª) e Torino (90ª), penalizzate dai costi dell’affitto che mangiano oltre il 35% del reddito medio. In pratica, città attrattive ma economicamente proibitive.
Sul fronte infanzia, è Lecco a dominare grazie al primato nello sport per bambini, ottimi risultati nei test Invalsi, e una bassa incidenza di reati sui minori. Al secondo e terzo posto Siena e Aosta. In fondo? Sempre Caltanissetta, fanalino di coda anche per i più piccoli.
Dall’indagine emergono anche tendenze preoccupanti: aumentano i reati contro i minori (+6% annuo), peggiorano le competenze alfabetiche tra gli studenti di terza media (40,1% con livelli inadeguati), e cresce l’uso di antidepressivi tra gli anziani (+3,6%). Allo stesso tempo si osservano segnali di resilienza: più pediatri, un leggero miglioramento nelle competenze numeriche, e un piccolo calo della disoccupazione giovanile (11,8% nel 2024 contro il 13,4% dell’anno precedente). Ma non basta.
Nel 2025, gli under 35 si sposano sempre meno, le imprese giovanili sono diminuite del 3,4%, e le trasformazioni a tempo indeterminato sono calate dell’1,8%. Intanto, l’età media al primo figlio ha raggiunto 32,6 anni, segnale chiaro di un progetto di vita sempre più faticoso da realizzare.
Sul fronte anziani, la speranza di vita a 65 anni è salita a 21,2 anni, e il numero di geriatri e infermieri è in crescita. Ma si allarga anche la fascia di chi vive in solitudine, in particolare tra le donne. Un’Italia che invecchia, sì, ma che non invecchia tutta allo stesso modo.
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