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La Terza Giornata Martinettiana all’Istituto “Piero Martinetti”

Tra filosofia, storia e arte, gli studenti costruiscono una memoria viva dedicata ai Giusti del nostro tempo. In primo piano la figura di Carlo Angela, medico e resistente, padre del celebre Piero, ma soprattutto uomo giusto in tempi ingiusti

La Terza Giornata Martinettiana

La Terza Giornata Martinettiana all’Istituto “Piero Martinetti”

Non è stata una semplice celebrazione, ma un vero esercizio di coscienza collettiva, la Terza Giornata Martinettiana che si è svolta venerdì 23 maggio all’Istituto “Piero Martinetti”, dedicata al tema dell’etica del quotidiano e dell’esempio come eredità morale autentica, da trasmettere attraverso le azioni, la testimonianza e lo studio. In un tempo dominato da slogan e superficialità, questa giornata ha riportato al centro l’idea di dignitas umana come bussola di riferimento per ogni scelta — pubblica e privata — dando voce a una memoria attiva, non celebrativa, ma pedagogica.

Al centro dell’evento, la figura di Carlo Angela, il medico che durante il regime fascista offrì asilo e protezione a ebrei e antifascisti perseguitati, ospitandoli e salvandoli nella clinica psichiatrica di Villa Turina Amione a San Maurizio Canavese, di cui era direttore. Per questo suo operato, improntato a una resistenza civile e non violenta, Carlo Angela è stato riconosciuto Giusto tra le Nazioni dallo Yad Vashem nel 2002. E se oggi è noto soprattutto per essere il padre di Piero Angela, la Terza Giornata Martinettiana ne ha restituito l’autonomia morale, l’umanità concreta, la coerenza difficile ma necessaria.

A introdurre il convegno, i saluti istituzionali della dirigente Katia Milano e la moderazione della dott.ssa Maria Cristina Fenoglio Gaddò, presidente della Fondazione Casa e Archivio “Piero Martinetti” di Spineto. Poi, due interventi di alto profilo hanno scandito la riflessione. Erminio Maglione, ricercatore presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha parlato del Giusto come figura anti-apocalittica, capace di mantenere viva l’humanitas anche nei tempi più bui, senza proclami, ma con l’esempio, scandalosamente silenzioso, che oppone la cura al disinteresse, il coraggio alla complicità.

Il secondo intervento, a firma di Franco Brunetta, giornalista e biografo di Carlo Angela, ha offerto una narrazione intensa e toccante, intrecciando testimonianze dirette degli abitanti di San Maurizio con ricordi familiari. A emozionare i presenti, la lettura di una lettera di Piero Angela indirizzata ai giovani, simbolo di un passaggio di testimone tra generazioni che non può essere lasciato cadere.

Ma la Giornata Martinettiana non si è fermata alla teoria. Ha saputo coinvolgere attivamente gli studenti, che sotto la guida delle professoresse Monica Ferraris e Daniela Neirotti, hanno lavorato a progetti multimediali sulle diverse sfaccettature della figura di Carlo Angela: il medico, il giornalista, il padre, l’uomo impegnato nel sociale. Il risultato è stato un mosaico di ricerche, narrazioni, video e materiali digitali, che sarà reso disponibile sul sito dell’Istituto, già sede di una pagina dedicata al progetto pluriennale Sulle orme di Martinetti.

A chiudere simbolicamente la giornata, ma certo non per importanza, la dedica di una pianta e di una targa a Carlo Angela, realizzata dagli studenti della classe 3L del Liceo Artistico, con la supervisione del professor Andrea Como. Un gesto concreto, semplice, ma denso di significato: ogni anno il Giardino dei Giusti dell’Istituto cresce, si arricchisce di nomi, di storie, di esempi. E con esso, cresce la consapevolezza civile di una comunità scolastica che ha scelto di costruire la propria identità sulla memoria attiva e sul coraggio etico.

Nel nome di Martinetti, uomo libero in tempi di servitù politica come lo definì Norberto Bobbio, si è fatta educazione alla libertà e alla giustizia. Non con formule astratte, ma con nomi, volti, testimonianze. Perché educare alla memoria è formare alla responsabilità. E in tempi complessi come quelli attuali, la scuola ha ancora il dovere — e il potere — di coltivare coscienze libere, solide e attente agli altri.

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