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25 Maggio 2025 - 12:00
Miracolo a Torino: gli esplode il fegato schiacciato dalla pala agricola, il trapianto gli salva la vita
Otto accessi in sala operatoria, una corsa contro il tempo e un trapianto di fegato eseguito in super urgenza nazionale. Così è stato salvato Martino, 55 anni, agricoltore di Fossano (Cuneo), rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro che gli ha praticamente fatto “esplodere il fegato”. Il trapianto è avvenuto alle Molinette di Torino, presso la Città della Salute e della Scienza di Torino (CDSS), grazie a un intervento definito dai medici “ai limiti dell’impossibile”.
Il calvario è iniziato il 2 aprile. Mentre lavorava nel silos della sua azienda agricola a gestione familiare, Martino è rimasto schiacciato con la parte superiore destra dell’addome contro il braccio di una pala meccanica. Trasportato in codice rosso all’ospedale di Cuneo, è stato operato d’urgenza per una gravissima emorragia causata da una lacerazione traumatica del fegato. I chirurghi sono riusciti inizialmente a contenere la perdita di sangue “impacchettando” l’organo, poi sono stati necessari altri due interventi.
Sembrava che la situazione potesse migliorare: il paziente stava per essere trasferito dalla terapia intensiva a un reparto ordinario. Ma undici giorni dopo l’emorragia è ripresa. Dopo il quarto intervento chirurgico, seppur con esito positivo, il fegato era ormai irrimediabilmente compromesso e Martino stava andando incontro a una insufficienza epatica acuta.
A quel punto, i chirurghi e i rianimatori di Cuneo hanno lanciato l’allarme al Centro Trapianto di Fegato di Torino. Il paziente è stato trasferito d’urgenza alla Terapia Intensiva Centralizzata dell’ospedale Molinette, diretta dal dottor Maurizio Berardino. Qui il caso è stato valutato dal direttore del Centro Trapianto di Fegato, professor Renato Romagnoli, e dall’epatologa dottoressa Silvia Martini, che hanno deciso di inserirlo in lista d’attesa in super-urgenza nazionale.
Dopo sole 18 ore, il Centro Nazionale Trapianti di Roma, diretto dal dottor Giuseppe Feltrin, ha segnalato la disponibilità di un fegato compatibile a Federico Genzano, direttore del Centro Regionale Trapianti del Piemonte. Martino è stato immediatamente operato. Il fegato distrutto è stato rimosso e, dopo circa due ore senza organo, il sangue ha cominciato a circolare nel nuovo fegato trapiantato. Sono serviti altri tre interventi per completare la terapia chirurgica. Ora il paziente si trova in piena ripresa nell’area semintensiva del Centro Trapianti Fegato di Torino.
Sua moglie Claudia ha raccontato tutto, con parole di riconoscenza e amore: “Un angelo ha permesso di realizzare un miracolo proprio nei giorni di Pasqua”. E ha aggiunto: “Della donazione di organi sapevamo pochissimo. Non se ne parla quanto si dovrebbe. Ma da una vita che viene a mancare possono risbocciare altre vite. Noi siamo credenti ed ecco, a me viene in mente la parabola del chicco di grano che cade nella terra e produce frutti, rinasce”.
Claudia ha anche voluto ringraziare pubblicamente i medici: “A Cuneo, nell'immediatezza, il dottor Donati ha salvato mio marito. A Torino il dottor Romagnoli ha permesso di trovare l’angelo”, aggiungendo che questa, per lei, “è una storia d’amore”. Non solo per l’impegno straordinario di medici e sanitari, ma anche per il sostegno ricevuto dalla comunità: “Non ci hanno lasciati soli neanche per un giorno”.
“Una grande Azienda ospedaliero-universitaria come la nostra Città della Salute e della Scienza di Torino si è nuovamente dimostrata capace – ha commentato il Commissario Thomas Schael – di gestire un caso gravato da complessità clinica e tecnica estreme, grazie alla dedizione, al coraggio ed alla professionalità multidisciplinare dei nostri specialisti così altamente qualificati”. “Una volta di più la Città della Salute – ha aggiunto Federico Riboldi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte – in rete con le altre strutture ospedaliere della Regione, è stata in grado di fornire una risposta efficace e tempestiva. Un doveroso ringraziamento al donatore e alla sua famiglia, che hanno reso possibile questo miracoloso trapianto”.
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