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Trapianti renali, Torino al vertice nazionale: il Centro “Vercellone” primo per numeri, esiti e casi complessi

Con 2952 trapianti eseguiti, di cui molti ad alta complessità, le Molinette si confermano punto di riferimento nazionale e internazionale

Trapianti renali, Torino al vertice nazionale

Trapianti renali, Torino al vertice nazionale: il Centro “Vercellone” primo per numeri, esiti e casi complessi (foto di repertorio)

Il Centro Trapianti di Rene “Antonio Vercellone” della Città della Salute e della Scienza di Torino, ospitato alle Molinette, si conferma il primo in Italia per numero e complessità dei trapianti renali. A certificarlo è il nuovo report del Centro Nazionale Trapianti (CNT), diretto dal dottor Giuseppe Feltrin, che ha analizzato i dati dell’intero sistema trapiantologico nazionale tra il 2002 e il 2022. Il risultato è netto: Torino è leader assoluta in un panorama che conta 38 centri attivi in Italia.

Dal 2002 al 2022 sono stati eseguiti 39.083 trapianti renali in Italia: di questi, 2952 sono stati effettuati a Torino, pari al 7,5% del totale nazionale, con 239 interventi da donatore vivente. Il centro torinese si distingue non solo per la quantità, ma soprattutto per la gestione di casi estremamente complessi, come pazienti anziani, re-trapiantati, iperimmunizzati, dializzati da lungo tempo o riceventi organi da donatori critici. Proprio in questi scenari, le Molinette guidano il Paese per qualità, efficacia e inclusività clinica.

I numeri parlano chiaro: sopravvivenza del paziente a Torino del 97,8% a un anno dal trapianto e del 92,2% a cinque anni, contro una media italiana rispettivamente del 97,3% e 91,5%. Anche la sopravvivenza del rene trapiantato, al netto dei decessi, è superiore alla media: 95,7% a un anno, contro il 94,1% nazionale.

Dietro questi risultati c’è un modello organizzativo costruito in oltre 45 anni di lavoro integrato. Il centro è il frutto di una collaborazione multidisciplinare che coinvolge la Nefrologia Dialisi e Trapianto universitaria (diretta dal prof. Luigi Biancone), la Chirurgia vascolare ospedaliera (dott. Aldo Verri), l’Urologia universitaria (prof. Paolo Gontero), e la Rianimazione 2 con il dott. Maurizio Berardino. A questo nucleo si affiancano professionisti di Anatomia Patologica, Immunobiologia, Radiologia, Chirurgia generale, Banca del sangue, oltre a tecnici, infermieri, OSS e amministrativi, tutti coordinati in un sistema che permette di trapiantare pazienti considerati “non idonei” altrove.

Il 32% dei nostri trapiantati ha una malattia rara”, spiega Biancone. “Per metà di essi si tratta di patologie renali, per l’altra metà di problemi vascolari o urologici. Abbiamo anche il più alto numero di pazienti trapiantati over 60. Il nostro obiettivo è garantire un accesso al trapianto anche a chi altrove viene escluso e condannato alla dialisi”. A rendere sostenibile questa missione è anche il lavoro costante di follow-up “sine die” con le nefrologie territoriali piemontesi e non solo, anche in ottica di ritrapianto per i pazienti tornati in dialisi.

“Questo riconoscimento è un orgoglio per Torino e per l’Italia”, sottolinea Thomas Schael, commissario della Città della Salute, “e dimostra quanto sia importante la collaborazione tra eccellenze cliniche e chirurgiche. Questo approccio sarà il cuore pulsante anche del futuro Parco della Salute”.

E tra numeri, dati e risultati scientifici, non manca mai il pensiero ai donatori e alle loro famiglie, senza i quali nessuna storia di trapianto potrebbe cominciare.

Il Centro Trapianti di Rene “Antonio Vercellone” della Città della Salute e della Scienza di Torino, ospitato alle Molinette, si conferma il primo in Italia per numero e complessità dei trapianti renali

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