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Carne di cavallo, gli italiani dicono no: l’83% non la consuma e il 73% prova empatia. Animal Equality: “Va vietata come per cani e gatti”

Una nuova indagine Ipsos rivela che la maggioranza della popolazione rifiuta il consumo di equidi. Nel mirino il mercato illegale e i rischi per la salute pubblica. Chiesta una legge per tutelarli come animali d’affezione

Carne di cavallo, gli italiani dicono no

Carne di cavallo, gli italiani dicono no: l’83% non la consuma e il 73% prova empatia. Animal Equality: “Va vietata come per cani e gatti” (foto di repertorio)

L’83% degli italiani non consuma carne di cavallo, e ben il 73% dichiara di provare empatia, considerandolo alla stregua di cani e gatti. A rivelarlo è una nuova e approfondita indagine Ipsos commissionata da Animal Equality, che torna a chiedere a gran voce lo stop alla macellazione degli equidi. Non solo: secondo i dati, questa carne è spesso oggetto di commercio illegale, scarsa tracciabilità e importazioni da circuiti esterni all’Unione Europea.

Il report – frutto di un’indagine condotta su un campione rappresentativo di 40 milioni di italiani – fotografa un’Italia che, quando si parla di cavalli, sceglie sempre più l’affetto, l’etica e la sicurezza alimentare. Tra chi non consuma questa carne, il 44% non è abituato, il 42% lo fa per ragioni emozionali, e il 31% per motivi etici. Una netta minoranza (il 17% dei consumatori di carne) la mangia almeno una volta al mese, soprattutto in Lombardia e Puglia. Il motivo? La considera salutare. Ma i dati rivelano una realtà ben più complessa.

L’Italia, con oltre 17.000 cavalli macellati nel 2024, è tra i principali consumatori europei, e prima al mondo per importazioni. Tuttavia, i rischi per la salute pubblica legati ai cavalli non destinati alla produzione alimentare (non-DPA) – spesso trattati con farmaci tossici – sono gravi e poco noti. Solo il 56% dei consumatori equini conosce la differenza tra DPA e non-DPA, e solo il 10% ha approfondito notizie sulle macellazioni illegali. Secondo il Ministero della Salute e la FNOVI, molti cavalli macellati non provengono da allevamenti ufficiali, e il sistema di controllo appare lacunoso.

Per Matteo Cupi, direttore di Animal Equality Italia, è tempo di agire: “Abbiamo già raccolto 195.000 firme per vietare per sempre la macellazione dei cavalli. L’Italia può seguire l’esempio della Grecia, che nel 2020 li ha riconosciuti come animali d’affezione, al pari di cani e gatti. Oggi più che mai – aggiunge – serve una svolta giuridica, culturale e politica che protegga questi animali dalla sofferenza e dal mercato nero”.

Nel frattempo, la maggioranza silenziosa del Paese ha già deciso: niente cavallo nel piatto. Solo il legislatore resta indietro.

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