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20 Maggio 2025 - 14:39
Decathlon annuncia la chiusura del punto vendita: è crisi
Un’altra chiusura. Un’altra brutta notizia. Un altro colpo per Venaria Reale. Questa volta a mollare il colpo è Decathlon, il punto vendita di corso Garibaldi. La comunicazione è arrivata nella serata di ieri, secca, senza appello. Entro ottobre 2025 quel negozio – che per anni ha rappresentato un punto di riferimento per lo sportivo della domenica e per quello agonista – abbasserà le serrande. Stavolta, le persone coinvolte sono 15. Quindici lavoratori che, da qui a pochi mesi, si troveranno in mezzo a una strada. E la preoccupazione è tanta. Per loro. Per la città. Per il commercio. Perché il caso Decathlon non è isolato. È il secondo in pochi mesi. Dopo il Bricocenter. Dopo tutto quello che, pezzo dopo pezzo, sta lasciando Venaria sempre più spoglia.
“È una decisione che ci coglie di sorpresa ed è un colpo durissimo per il territorio”, dice Luca Sanna,rappresentante sindacale della UILTuCS. “Ci hanno detto che proveranno a ricollocare i lavoratori, ma non è mai semplice. Di certo chiederemo l’aiuto delle istituzioni locali: ci auguriamo che siano al nostro fianco”.
Eppure, a guardare il quadro complessivo, è difficile non farsi delle domande. La direzione aziendale parla di “revisione organizzativa”, di “razionalizzazione”, della necessità di “ridurre le unità produttive sul territorio torinese”. Ma allora come si spiega l’apertura – solo pochi mesi fa – del nuovo punto vendita in corso Unione Sovietica, all’interno di Borgo Filadelfia? E quella in centro a Torino, in corso Vittorio Emanuele, proprio di fronte a Porta Nuova? “È difficile capire in quale prospettiva si collochi questa decisione”, ammette lo stesso Sanna. E ha ragione.
Nel frattempo, niente mobilitazioni. Niente proteste. Niente manifestazioni in programma. Almeno per ora. I sindacati vogliono vederci chiaro e hanno chiesto “un incontro urgente”. Ma intanto, sullo sfondo, resta quel senso di sconfitta e di solitudine che accompagna ogni chiusura.
Punto vendita Decatlhon
E la politica? Si muove. Almeno quella che siede sugli scranni dell'opposizione consiliare. “Siamo molto preoccupati per la situazione del commercio a Venaria”, ha dichiarato Rossana Schillaci, consigliera comunale del Partito Democratico. “Questa non è la prima chiusura. Chiediamo che il sindaco si faccia portavoce delle esigenze dei dipendenti, dal momento che l’apertura del punto vendita Decathlon era stata venduta come un grande successo della sua amministrazione”. E ancora: “Chiediamo un intervento concreto dell’assessore al commercio. Non possiamo accettare passivamente che tutto crolli”.
“Ogni chiusura rappresenta non solo una perdita di posti di lavoro, ma anche un indebolimento dell’attrattività economica della città”, ha fatto eco il consigliere Davide De Santis del Movimento 5 Stelle. “Venaria non può permettersi di assistere passivamente a questo declino. Serve un confronto tra istituzioni, commercianti e cittadini per trovare soluzioni concrete. Serve una strategia di rilancio”.
Le parole però, da sole, non bastano. Lo si è visto con la chiusura, lo scorso 31 marzo, del polo logistico Decathlon di Brandizzo. Un sito imponente, 21.000 metri quadrati, 32 baie di carico, operativo dal 2016, che riforniva i negozi di Piemonte e Liguria. Anche lì la comunicazione arrivò all’improvviso, anche lì si parlò di “razionalizzazione”, anche lì i sindacati vennero colti di sorpresa. E anche lì i lavoratori – 125 persone, con età media 35 anni, molti part-time – vennero lasciati nel limbo, in attesa di una ricollocazione che, per alcuni, ancora oggi non si è concretizzata.
A Brandizzo, oggi, il capannone è vuoto. Inutilizzato. Nessuna azienda ha ancora deciso di subentrare. Nessun progetto è stato ufficializzato. E il rischio concreto è che quello spazio, che un tempo era vita, diventi un monumento all’abbandono. Uno dei tanti nel nostro territorio.
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