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15 Maggio 2025 - 15:45
Canavese, 80 anni dopo la Resistenza: nasce il progetto per un Museo regionale
Una mappa di storie. Un arcipelago di memorie. Una costellazione di luoghi in cui la libertà non è mai stata un concetto astratto, ma una conquista quotidiana, pagata con la vita. È da qui che riparte il cammino verso un Museo regionale della Resistenza. Sabato 24 maggio, alle ore 10, al Polo del ‘900 di Torino, l’Auditorium Antonicelli ospiterà l’incontro «80 anni dopo – Verso un Museo regionale. Resistere al tempo, conservare la memoria», organizzato dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con il Polo del ‘900 e la Rete tematica regionale della Guerra e della Resistenza.
«Per conoscere il Piemonte basta recarsi a visitare i tanti luoghi in cui si custodisce la memoria della lotta di Liberazione», spiega Domenico Ravetti, vicepresidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato promotore. «Pensiamo ai sentieri partigiani, agli ecomusei, alle raccolte private che rischiano di andare disperse. Crediamo sia arrivato il momento di trasformare il Museo Diffuso della Resistenza di Torino in un Museo del Piemonte. Un progetto che unisca l’anima immateriale delle nuove tecnologie con quella materiale, viva, che pulsa nei territori».
L’obiettivo è chiaro: mettere in rete l’esistente. E costruire un “luogo dei luoghi”, in cui la pluralità dei racconti della Resistenza piemontese trovi coordinamento, rilancio culturale, riconoscimento politico. Un museo che non centralizzi, ma federi. Che non sovrapponga, ma valorizzi. Che usi il digitale per restituire ai giovani la forza rivoluzionaria di chi ha scelto di combattere per un’Italia libera.
Il convegno sarà aperto da Ravetti, seguito dalla proiezione del cortometraggio vincitore della 43esima edizione del “Progetto di Storia contemporanea”, realizzato dagli studenti del Liceo Cavalieri di Verbania e dedicato a Gisella Floreanini, partigiana, musicista, ministra della libera Repubblica dell’Ossola.
Poi le testimonianze: Alpette, Cumiana, Colle del Lys, Borgo San Dalmazzo, Paraloup, Ornavasso, Pozzol Groppo, Rocchetta Ligure, Verbania Fondotoce, Benedicta, Vinchio e Vesime. Tutti presenti. Tutti con una storia da raccontare, con una lapide, una casa della memoria, un nome inciso su un cippo.
A concludere l’incontro, l’intervento dell’ex sindaco di Torino Valentino Castellani, figura simbolica per una città che è stata cuore e cervello della Resistenza italiana.
In fondo, resistere al tempo non significa solo ricordare. Ma custodire. E rilanciare. Perché il Piemonte è tutto un museo a cielo aperto. E il Canavese – con i suoi colli, le sue valli, le sue voci – ne è parte viva e resistente.
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