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NurSind sbatte i pugni sul tavolo: “Sanità al collasso, la Regione ignora tutto. Pronti alla protesta”

Il sindacato degli infermieri denuncia promesse mancate, fondi scomparsi, incontri saltati e straordinari non pagati. Coppolella: “Basta parole, vogliamo fatti. O scendiamo in piazza”

NurSind sbatte i pugni sul tavolo: “Sanità al collasso, la Regione ignora tutto. Pronti alla protesta”

NurSind sbatte i pugni sul tavolo: “Sanità al collasso, la Regione ignora tutto. Pronti alla protesta”

Promesse disattese, incontri saltati, silenzi istituzionali e fondi dei quali si è persa traccia. È un fiume in piena il nuovo comunicato del NurSind Piemonte, il sindacato delle professioni infermieristiche, che a partire dal 15 maggio mette nero su bianco tutta la sua frustrazione per una sanità regionale che – a loro dire – resta sorda, cieca e immobile.

“Sino ad oggi ci siamo posti in modo costruttivo e collaborativo” – dichiara il segretario regionale Francesco Coppolella“ma molto non è stato fatto, tanto non ha avuto seguito e parecchio è rimasto inascoltato”. E l’elenco delle criticità è tanto lungo quanto preoccupante.

L’attacco più duro riguarda l’emergenza territoriale, in particolare il personale del 118, ancora appeso a un filo di incertezza. Il 5 maggio era stato fissato un incontro – previsto da un verbale firmato il 9 aprile – per discutere la riorganizzazione del servizio e il possibile passaggio dei dipendenti ad “Azienda Zero”. Incontro poi disatteso senza alcuna spiegazione. “Una situazione del tutto inadeguata, un limbo di cui non si conosce il futuro”.

infermieri

Altro punto dolente sono gli algoritmi regionali di calcolo delle dotazioni organiche. Dovevano arrivare con una delibera ufficiale, promessa dalla politica. Ma della delibera, come dei chiarimenti richiesti, non c’è traccia. “Nonostante ci fosse stato assicurato un impegno preciso, ad oggi non se ne vede traccia”.

Sulla carenza cronica di infermieri, il sindacato alza ulteriormente il tono. “I numeri sono noti, ma le strategie mancano. Abbiamo chiesto focus specifici sull’impatto nei servizi, ma tutto è rimasto sulla carta”.

Ci sono poi i fondi extra tetto di spesa destinati al personale. Parliamo di circa 100 milioni di euro stanziati per la medicina territoriale, l’assistenza domiciliare e le rianimazioni. Denaro previsto da DL 34/2020 e dalla Legge di Bilancio 2022. “Solo una azienda ha risposto alla nostra richiesta di chiarimenti. Tutte le altre tacciono. E in sede regionale nemmeno se ne parla”.

Anche sulle prestazioni aggiuntive per abbattere le liste d’attesa, il tono si fa amaro. “Avevamo dato la nostra disponibilità, a patto che venissero destinate risorse per la carenza di personale. Invece, in molti casi si continua a chiedere lavoro extra senza retribuzione. E dei 3 milioni del Milleproroghe non c’è alcuna notizia”.

Nessuna novità neanche sulle reinternalizzazioni: “Manca l’incontro col MEF per ottenere l’autorizzazione all’incremento del tetto di spesa per il personale. Era previsto entro maggio, ma per ora nulla”. E sui sei milioni di euro dichiarati destinati alla sicurezza contro le aggressioni, “non abbiamo contezza di come siano stati usati, salvo poche iniziative isolate”.

Sul PNRR il contratto collettivo nazionale prevederebbe un confronto regionale. “Abbiamo chiesto informazioni sull’apertura delle COT, delle Case e degli Ospedali di comunità, ma ad oggi non sappiamo nulla”.

E infine, il Piano socio-sanitario regionale, che dovrebbe essere la bussola della sanità piemontese: “Non sappiamo nemmeno se esista. Non siamo stati coinvolti nella condivisione di alcun documento”.

“La nostra disponibilità rimane” – conclude Francesco Coppolella“purché si affrontino i temi sollevati, si diano risposte alle richieste avanzate, si rispettino e si rendano esigibili gli accordi, ed infine si intervenga con azioni concrete. Auspichiamo di trovare apertura non solo con le parole ma anche con i fatti, perché altrimenti il confronto diventa sterile ed inutile per chi rappresentiamo. In caso contrario, non esiteremo ad attivare tutte le forme di protesta che riterremo opportune”.

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