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Due infortuni in 24 ore in Canavese: la CGIL lancia l’allarme

Appalti e subappalti: la CGIL denuncia la mancanza di responsabilità

Due infortuni in 24 ore in Canavese: la CGIL lancia l’allarme

Due infortuni in 24 ore in Canavese: la CGIL lancia l’allarme

La CGIL prende posizione dopo i due gravi incidenti sul lavoro verificatisi in Canavese nel giro di poche ore, fra la tarda serata di lunedì 12 ed il primo pomeriggio di martedì 13 maggio, e a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro. Il primo è avvenuto in uno stabilimento industriale di Baldissero, dove un addetto alla manutenzione è rimasto schiacciato al torace da un macchinario.

L’uomo, 47 anni, lavorava per una ditta esterna lombarda ed è stato trasportato in Codice Rosso al CTO ma fortunatamente si è salvato.

Il secondo incidente è avvenuto a Spineto, frazione di Castellamonte, in un cantiere edile: un muratore di 25 anni è precipitato da un’altezza di 3 o 4 metri mentre lavorava alla ristrutturazione di un cascinale.

Anch’egli, per fortuna, non è in pericolo di vita: ne avrà per due mesi. Malgrado la gravità dei fatti e delle lesioni, si può dire in entrambi i casi che sia andata bene o, più correttamente, che sarebbe potuta andare peggio, ma due infortuni così ravvicinati nel tempo e in due comuni confinanti hanno impressionato ed allarmato molti abitanti di questa parte del Canavese. Quando gravi fatti di cronaca avvengono vicino a casa inevitabilmente ne restano colpiti anche coloro che solitamente non fanno troppa attenzione a quello che accade in luoghi più lontani.

Da parte sindacale non si smette mai di sottolineare la gravità della situazione anche se gli appelli cadono spesso nel vuoto. Anche in questo caso la CGIL è intervenuta: Sarah Pantò, della Segreteria CGIL Torino, ribadisce in un comunicato che “la sicurezza non è un optional ma un diritto” e che “serve un cambio di rotta”. I numeri riguardanti gli infortuni sul lavoro sono impressionanti. “In Italia sono all’ordine del giorno. Nel solo Piemonte, nel 2024, le denunce presentate sono state 35.447: un dato sconvolgente ed inaccettabile. Il nostro Paese ha bisogno di un lavoro sicuro e di un sistema che tuteli davvero i lavoratori. A partire da controlli seri, efficaci e diffusi. Gli infortuni sul lavoro si combattono con la prevenzione, con la formazione, con controlli rigorosi”.

Si combattono però anche in un altro modo – ricorda la funzionaria CGIL – ed è poi il modo in cui, nelle democrazie, si ottengono i risultati: partecipando alla vita politica ed esprimendosi sui temi importanti attraverso il voto.

Tra poche settimane si andrà alle urne su cinque referendum, quattro dei quali promossi proprio dalla CGIL e riguardanti il lavoro: uno, in particolare, ha a che fare in modo diretto con la sicurezza. Attualmente i committenti e le grandi aziende che ottengono gli appalti e poi suddividono le attività in tanti segmenti affidati ad imprese minori, non possono essere ritenute corresponsabili in caso di infortuni subiti dai dipendenti delle imprese di subappalto. Grazie anche a questa deresponsabilizzazione gli incidenti proliferano: se paga solo il pesce piccolo (che spesso poi non paga nemmeno) non ci può essere sicurezza. È questo che Sarah Pantò sottolinea: che gli infortuni sul lavoro si combattono anche “con la partecipazione di tutti. L’8 e 9 giugno, i cittadini hanno un’occasione importante: con il referendum, possono scegliere un lavoro sicuro e dire basta agli infortuni sul lavoro”.

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