AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
14 Maggio 2025 - 18:01
Eugenio Pacchioli
È spuntato come un fungo, in silenzio. Un muro alto 10 metri, lungo 50. Un rettangolo rosso di mattoni prefabbricati, senza finestre, senza vetrine, senza verde, senza un pensiero. Nessuna siepe, nessuna pensilina, nessuna decorazione. Nulla. Solo cemento. Solo tristezza.
Eppure non siamo in una zona industriale. Siamo a Ivrea, lungo via De Gasperi, davanti ai campi da tennis e accanto a scuole, parchi e quartieri residenziali. È qui che sta sorgendo un nuovo supermercato. Ma a imporsi sul panorama, prima ancora delle offerte e dei volantini promozionali, è questa muraglia, una parete cieca che ha il sapore amaro di un carcere. “Altro che Ivrea patrimonio dell’Unesco... questa è una vergogna architettonica”, sbotta Luigi Ampollini, eporediese doc, 50 anni di vita vissuti proprio in questa via. Testimone di una città che cambia, oggi osserva con delusione ciò che si sta costruendo sotto i suoi occhi: “Vivo qui da mezzo secolo e me l’hanno rovinata. Cos’è diventata Ivrea?”
La voce di Ampollini si fa portavoce di un malcontento crescente. Una protesta accorata, genuina, di quartiere. Perché quella parete non solo deturpa il paesaggio, ma è un simbolo – per molti – della progressiva perdita di senso estetico, di rispetto per il contesto, di progettazione armonica. “In confronto, la vera prigione di Ivrea è una villa”, dicono amari i residenti. E non è sarcasmo: è la constatazione cruda di chi si sente dimenticato.
Nel nome di un presunto sviluppo commerciale, si cancella lo spirito olivettiano. Non ci si cura più dell’incontro tra paesaggio e architettura, tra abitanti e spazi vissuti. Si alzano muri. Si cancellano orizzonti. E si lascia ai cittadini l’onere – e la frustrazione – di domandarsi perché.
Ma da questo grigiore, emerge una scintilla. Una provocazione, forse. Una proposta, sicuramente. A lanciarla è Eugenio Pacchioli, artista visionario e figura storica della cultura eporediese, che affida prima a Facebook e poi ai giornali un’idea audace: “Quella muraglia rossa? Io la trasformerei in un’opera d’arte.” Un murale. Anzi, un gigantesco murale di 500 metri quadri, per dare nuova vita a quel mostro architettonico e dedicarlo proprio a Ivrea.
Pacchioli, 83 anni, nato a Roma, ma eporediese da oltre mezzo secolo, è molto più di un pittore. È stato chimico industriale, dirigente Olivetti, segretario dell’Archivio Storico dell’azienda e autore instancabile di oltre 16.000 opere tra quadri, litografie, manifesti e libri d’artista. Ha raccontato Ivrea come pochi altri: nei suoi disegni, nei carri del Carnevale, nei volumi illustrati a mano, nei dipinti esposti al Museo Garda o regalati ai commercianti durante il Covid per sostenere la ripresa.
E ora, proprio lui, rilancia: “Io un’idea ce l’ho. La faccio vedere se le istituzioni si fanno vive. Non mi illudo, ma sono pronto. Potrei iniziare anche domani a imbrattare.” E ancora: “Chiamatela stimolo, chiamatela provocazione. Dispongo di un razionale e di un progetto pronti, presentabili in due giorni.”
Il post su Facebook è un manifesto in piena regola. Una chiamata alle armi dell’immaginazione: “In via De Gasperi a Ivrea ora c'è una... muraglia rossa! Che forse... incute e incombe. Ma evito facili e casarecce emotività. SINDACO CHIANTORE! PROPRIETÀ XYZ! CITTADINI, POPOL MIO! Lancio un sasso in piccionaia!”
Il sasso è l’arte. L’idea è il colore. La visione è quella di rendere quel muro un’attrazione, non più una condanna. Trasformare l’oscenità edilizia in patrimonio visivo. Rivendicare il diritto alla bellezza, anche e soprattutto nei quartieri. Perché – come dice ancora Ampollini – “quando sbagli l’estetica, sbagli tutto. L’ambiente in cui viviamo ci cambia l’umore, ci segna lo sguardo.”
Resta da capire se il Comune raccoglierà la sfida. Se la proprietà del supermercato vorrà ascoltare. Se quella muraglia potrà diventare tela. Intanto, la proposta è lanciata. Forte e chiara. Da un artista che ha sempre avuto Ivrea nel cuore e nei disegni. E da un quartiere che non ci sta a vedere la propria identità soffocata dal cemento.
Commenti all'articolo
Tizzy
16 Maggio 2025 - 14:58
Non mi stupisco più di niente. Bisogna vedere quanti soldi il comune si è messo in tasca. sicuramente non pochi. Ma poi basta vedere in corso Vercelli quanti supermercati ci sono. Quelli erano già troppi un altro a pochi km? Va bè come sempre siamo in Italia e chi e povero rimane povero e chi ne ha continua ad averne. Il problema siamo noi che permettiamo tutto questo. Si vede che va bene così.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.