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Scarmagno, la rotatoria non si fa: servono soldi, espropri e pure un progetto

All’incrocio tra la Provinciale 82 e via Masero solo barriere di plastica. Il Comune deve ancora trovare i fondi, espropriare i terreni e scrivere il progetto. E la Città metropolitana promette: “Vi aiuteremo”

Il sindaco Grassino  e gli assessori metropolitani Cambursano e Suppo

Il sindaco Grassino e gli assessori metropolitani Cambursano e Suppo

È ancora un cantiere sospeso nel tempo l’incrocio tra la Strada Provinciale 82 e via Masero, snodo cruciale per il traffico pesante e per i collegamenti verso le aree produttive del Canavese. Una rotatoria provvisoria, qualche new jersey di plastica e un tracciato rabberciato: è questo, al momento, il biglietto da visita di una zona destinata a diventare strategica per la logistica e l’industria, ma che ancora attende un progetto definitivo.

Di questo si è parlato lunedì 12 maggio nel municipio di Scarmagno, durante un incontro tra il Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, con delega ai lavori pubblici, la Consigliera metropolitana Sonia Cambursano, responsabile dello sviluppo economico, il Sindaco Adriano Grassino e i tecnici del Comune. Presenti anche dirigenti e funzionari del Dipartimento Viabilità e Trasporti della Città metropolitana di Torino, chiamati a valutare lo stato dell’arte e le prospettive di un’opera che tutti giudicano urgente, ma che nessuno ha ancora concretamente messo in cantiere.

Al momento, tutto è fermo. Perché si possa finalmente passare dalla rotatoria provvisoria a quella definitiva, servono innanzitutto risorse economiche e un quadro finanziario chiaro. Il Comune dovrà procedere con gli espropri dei terreni ancora necessari, affidare l’incarico per uno studio di fattibilità tecnico-economica, dare il via alla progettazione esecutiva e successivamente bandire la gara d’appalto. Il tutto con il benestare della Città metropolitana, che ha ribadito il proprio ruolo di supervisione e supporto.

rotonda

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“Siamo pronti ad accompagnare l’amministrazione comunale in tutte le fasi tecniche e amministrative necessarie per realizzare l’opera”, hanno assicurato Suppo e Cambursano. Ma la sensazione è che ci vorrà ancora tempo, e non poco, prima che escavatori e operai tornino a lavorare sull’incrocio.

L’intervento, che si inserisce in un’area già segnata da importanti insediamenti produttivi e commerciali, potrebbe diventare ancora più urgente nei prossimi mesi, con l’atteso arrivo del Polo della Microelettronica e di nuove attività che accresceranno i flussi veicolari, soprattutto pesanti. Un’occasione, insomma, che rischia di trasformarsi nell’ennesimo ritardo infrastrutturale, se non si passerà presto dalle parole ai fatti.

Per ora, resta una rotatoria di plastica. E un dossier pieno di buone intenzioni, che attende il primo vero passo: trovare i soldi. Tutto il resto verrà dopo.

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