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Il rovescio del diritto. Gli studenti del D’Oria dentro l’aula del tribunale, a lezione di giustizia vera

A Torino, le classi quinte dell’Istituto di Ciriè hanno partecipato a un convegno sulla legalità tra esperienze giudiziarie drammatiche, riflessioni sull’ingiusta detenzione e il valore del principio d’innocenza

Il rovescio del diritto. Gli studenti del D’Oria dentro l’aula del tribunale, a lezione di giustizia vera

Il rovescio del diritto. Gli studenti del D’Oria dentro l’aula del tribunale, a lezione di giustizia vera

Mercoledì 7 maggio, le classi 5ATT e 5BTT dell’indirizzo Tecnico Economico per il Turismo dell’Istituto Tommaso D’Oria di Ciriè hanno varcato le soglie del Palazzo di Giustizia di Torino per prendere parte a un convegno dal titolo emblematico: "Il rovescio del diritto. A scuola di legalità fra giustizia e giustizialismo". Una giornata intensa, di quelle che lasciano il segno, non solo nelle menti ma anche nelle coscienze.

Ad accompagnare gli studenti le docenti Laura Mairetti, Pasqualina Piscopo e Martina Petrizzo, che da anni credono nell’importanza della formazione civica e giuridica come elemento chiave del percorso scolastico. L’iniziativa, inserita nel progetto nazionale “Gli avvocati incontrano la scuola” promosso dall’Unione delle Camere Penali Italiane (UCPI), ha rappresentato l’ultimo appuntamento di un ciclo di tre incontri, grazie al contributo prezioso dell’Avv. Arianna Corcelli, responsabile regionale del progetto scuola UCPI, che ha saputo trasformare un’aula giudiziaria in uno spazio vivo di confronto, ascolto e riflessione.

Ragazzi del D'Oria

Il convegno ha coinvolto studenti provenienti da diversi istituti del torinese, testimoniando l’ampio respiro di un’iniziativa che si propone di portare la cultura della legalità fuori dai manuali, dentro le esperienze vere, e nel cuore dei ragazzi. L’Istituto D’Oria ha aderito con entusiasmo per il secondo anno consecutivo, consapevole del valore formativo di queste occasioni.

L’incontro si è aperto con i saluti istituzionali dell’Avv. Roberto Capra, presidente della Camera Penale “Vittorio Chiusano” del Piemonte Occidentale e Valle d’Aosta, che ha sottolineato l’urgenza di una riflessione pubblica sul significato profondo della giustizia, al di là della cronaca giudiziaria e delle semplificazioni mediatiche.

Ma è stato nel momento delle testimonianze dirette che l’aula magna si è fatta silenziosa e densa di emozione. Anna Maria Manna e Michele Padovano, vittime di ingiusta detenzione, hanno raccontato le loro storie con voce ferma ma carica di dolore. Padovano, ex calciatore, protagonista anche di un libro intitolato “Tra la Champions e la libertà”, ha ripercorso i 17 lunghissimi anni che lo hanno separato dal suo proscioglimento, ottenuto con formula piena. Una vita congelata, frantumata sotto il peso di accuse rivelatesi infondate. Una vicenda umana e giudiziaria che ha lasciato il segno negli occhi e nei cuori dei presenti.

Le testimonianze hanno aperto uno squarcio sulla realtà spesso dimenticata di chi, prima ancora di affrontare un processo, viene esposto alla gogna mediatica, con danni irreparabili non solo per sé, ma anche per le proprie famiglie. È il paradosso del nostro tempo: il principio costituzionale di innocenza, fondamento dello Stato di diritto, è troppo spesso messo all’angolo da una narrazione pubblica che confonde la ricerca della verità con il bisogno di un colpevole da additare.

Per gli studenti è stata un’opportunità straordinaria, non solo per vedere da vicino il funzionamento del sistema giudiziario, ma soprattutto per confrontarsi con le sue zone d’ombra. Il progetto rappresenta un ponte fra scuola e società, fra studio teorico e vita reale, un’occasione concreta per sviluppare senso critico, consapevolezza civica e una più profonda comprensione della complessità della giustizia.

Un’esperienza che va ben oltre i banchi di scuola e che, per molti dei partecipanti, sarà difficile dimenticare.

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