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06 Maggio 2025 - 10:15
Sui sentieri della Resistenza: gli studenti del D’Oria camminano nella storia
Non una semplice gita. Non una passeggiata scolastica qualunque. Mercoledì 30 aprile, i ragazzi della 5AEE dell’IIS D’Oria di Ciriè, guidati dalla professoressa Paola Silvestro, hanno percorso a piedi un tratto di memoria viva, addentrandosi nei boschi e nei silenzi di Corio, dove ottant’anni fa si combatteva per un sogno chiamato libertà.
Una giornata speciale, quella vissuta dalla classe, che ha visto gli studenti protagonisti di una camminata sui sentieri partigiani con arrivo in località Cudine, luogo simbolico della Resistenza canavesana. A fare da guida tra le pieghe del tempo, il volontario dell’ANPI Sergio Bardino, che con voce ferma e sguardo profondo ha raccontato i volti, le storie e i sacrifici di chi, tra quelle montagne, si oppose al nazifascismo con il coraggio e la dignità di chi ha scelto di non voltarsi dall’altra parte.
Parole semplici ma cariche di significato, che hanno restituito umanità a nomi che i manuali spesso riducono a sigle. Uomini e donne che avevano l’età dei ragazzi presenti. Ragazzi che, forse per la prima volta, hanno visto la Storia camminare al loro fianco.
La camminata ha fatto tappa anche presso la Biblioteca comunale di Corio, un tempo sede del comando della 18ª Brigata Garibaldi, uno dei fulcri dell’organizzazione partigiana nelle valli torinesi. Un luogo che oggi custodisce libri e silenzi, ma che ieri vibrava di decisioni, radio clandestine, comunicati urgenti e vite appese a un filo. Dentro quelle mura, la guerra aveva il volto della resistenza civile e del sacrificio quotidiano.
A chiudere l’esperienza, il ritorno in piazza a Corio, quasi a sancire un ideale passaggio di testimone tra chi ha lottato per un'Italia libera e chi oggi è chiamato a difendere quei valori nel quotidiano.
Ma la giornata del 30 aprile è stata anche il culmine di un percorso didattico e umano iniziato in aula, grazie all’incontro con Battista Gardoncini, profondo conoscitore della storia della Resistenza nelle valli del Canavese. Le sue parole hanno gettato il primo seme. I sentieri, i racconti e i silenzi di Corio lo hanno fatto germogliare.
Non si cammina impunemente sulla memoria, diceva qualcuno. E questi ragazzi, pur con la leggerezza dei loro diciotto anni, hanno fatto ogni passo con rispetto. Per capire. Per non dimenticare. Per sentirsi parte di qualcosa di più grande.
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