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Addio a Giusto Frasson: Lauriano piange lo storico barista della Cappelletta

Il ricordo commosso dell'amico Renato Dutto. I funerali si sono svolti sabato mattina a Casalborgone per l'inagibilità della Chiesa del paese

Giusto Frasson si è spento all'età di 89 anni

Giusto Frasson si è spento all'età di 89 anni

Non c’è più Giusto Frasson, storico volto della borgata Cappelletta di Lauriano, barista, volontario, uomo mite e generoso. Se n’è andato a 89 anni, lasciando dietro di sé un vuoto fatto di ricordi, sorrisi e strette di mano. I funerali si sono svolti sabato mattina, 10 maggio, nella parrocchia di San Carlo Borromeo a Casalborgone: la chiesa di Lauriano, ancora inagibile dopo l’alluvione, non ha potuto accoglierlo per l’ultimo saluto. Ma a rendere omaggio a Giusto c’erano tante persone.

Tutti lo ricordano dietro il bancone del suo bar, affacciato sulla strada 590 della Valle Cerrina, accanto all’ex distributore di benzina che gestiva con la moglie Teresina e con la famiglia. Un luogo che, per decenni, è stato crocevia di chiacchiere, brindisi, partite a carte e pause tra una corsa e l’altra. Prima di vestire il grembiule da barista, Giusto lavorava come autista. Viveva nella zona dell’ex Calce e Cementi, e lì era anche vicino di casa di Renato Dutto, che oggi lo saluta con parole intrise di affetto e nostalgia.

«Giusto era una persona buona, mite, sempre con il sorriso e con la parola giusta per tutti, facendo sempre onore al suo nome di battesimo», scrive Dutto su facebook. Lo ricorda come un punto di riferimento per il borgo, «un uomo concreto e di poche parole, sempre pronto a dare una mano». E Lauriano, di quella mano, ha beneficiato spesso.

Negli anni Settanta fu tra i protagonisti della Bocciofila di Lauriano, bravo "puntatore", sempre in prima linea anche nel Direttivo. Da quell’esperienza nacque nel 1978 la Pro Lauriano, embrione dell’attuale Pro Loco. Ma Giusto non si fermava mai. Era donatore Fidas, poi volontario della Croce Rossa, sempre pronto a mettersi a disposizione del prossimo, con discrezione e generosità.

«Gli sarò sempre grato per il prezioso aiuto che, nel 1993, mi diede nell'organizzare la mostra fotografica “Lauriano di una volta”», ricorda ancora Dutto. Un lavoro fatto di ore passate insieme tra fotografie in bianco e nero, racconti, memorie collettive. Con loro anche la figlia Paola, impegnata nella realizzazione dell’evento. «Ci ricordammo del tanto tempo che, in anni precedenti, trascorsi nel loro bar. Io ci abitavo di fronte e ogni giorno attraversavo la 590 per andare a giocare a flipper o calcio-balilla. Come me, tanti laurianesi serbano di Giusto piacevoli ricordi. Se n’è andata una brava persona».

Ecco, appunto. Una brava persona. Di quelle che, quando se ne vanno, lasciano dietro un silenzio più profondo. Alla moglie Teresina, alle figlie Paola e Anna, e a tutti i familiari, l’abbraccio più sentito. Lauriano non dimentica.

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