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10 Maggio 2025 - 09:57
Sono arrivati di buon’ora, in silenzio e ordinati come sempre, mentre la città ancora si stiracchiava al primo sole. Pullman su pullman, targhe da ogni regione d’Italia: Friuli, Sicilia, Abruzzo, Puglia, Valle d’Aosta. Dentro, cappelli verdi, facce temprate dal tempo, occhi lucidi e zaini pronti. Gli alpini sono sbarcati a Biella all’alba di oggi, con passo deciso e lo spirito di sempre. In tanti hanno dormito in città, ospiti di palestre, scuole, famiglie e caserme, alimentando l’attesa di una giornata che resterà scolpita nella memoria collettiva.
L’Adunata nazionale 2025 entra oggi nel vivo con la grande sfilata: centomila penne nere attraverseranno la città in un corteo lungo dieci ore, da piazza Adua a via La Marmora, passando per via Torino. Alle 9.30 il via ufficiale, ma già dalle prime luci del giorno Biella è diventata un’onda in cammino, fatta di cori, striscioni, fanfare, strette di mano e commozione.
Il palco delle autorità è pronto ad accogliere le più alte cariche dello Stato: è attesa la presenza del presidente del Senato Ignazio La Russa, del ministro della Difesa Guido Crosetto e del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, biellese doc, che vivrà l’evento con orgoglio e partecipazione speciale. Al loro fianco i vertici dell’Associazione Nazionale Alpini, i rappresentanti delle sezioni estere e i sindaci dei comuni che da sempre portano in alto il nome delle Truppe da Montagna.
Sarà una lunga marcia, fino alle 19.30, tra ali di folla e fazzoletti sventolati, tra il passo marziale e le note struggenti delle fanfare. E come da tradizione, l’ultimo gesto sarà simbolico e carico di futuro: il passaggio della stecca da Biella a Genova, che raccoglierà il testimone dell’Adunata 2026.
Ma oggi Biella è capitale dell’Italia che non dimentica. Di quell’Italia che applaude i nonni e i padri alpini, che li guarda marciare con lo stesso spirito che li ha accompagnati sui ghiacciai e nei terremoti, nelle guerre e nei campi profughi, nei rifugi alpini e nei cortei della solidarietà. Non è solo una parata. È un rito civile, popolare, radicato. Un inno alla memoria e al servizio.
Biella risponde con strade gremite, balconi addobbati, finestre aperte, applausi ininterrotti. E le penne nere, che di chiasso ne fanno poco ma di emozioni ne muovono tante, restituiscono ogni gesto con uno sguardo fiero, con una canzone di montagna, con la marcia del cuore.
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