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09 Maggio 2025 - 12:57
Protesta a Torino: i poliziotti penitenziari denunciano violazioni dei diritti sul lavoro (Foto di repertorio)
Venerdì 9 maggio 2025, davanti al carcere minorile Ferrante Aporti di Torino, si è svolto un presidio di protesta degli agenti penitenziari aderenti al sindacato autonomo Osapp. Un sit-in forte e simbolico per denunciare “gravi disfunzioni organizzative” e soprattutto “inaccettabili violazioni dei diritti delle lavoratrici”.
“Denunciamo con forza e senza timore le gravi violazioni dei diritti dei lavoratori, in particolare delle donne in stato di gravidanza. Chiediamo rispetto per la maternità, la dignità sul lavoro e i diritti dei lavoratori”, hanno dichiarato i rappresentanti dell’Osapp, portando alla luce una gestione interna che, secondo il sindacato, non garantisce né sicurezza né tutela.
Le accuse sono gravi: “Il trattamento delle lavoratrici in stato di gravidanza è stato gestito in modo inadeguato, con impieghi nel servizio operativo. In alcuni casi, il rapporto informativo è stato ridotto. Inoltre, non è stata attuata un’organizzazione del lavoro, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni e una visita ispettiva che sembrerebbe suggerirla. Un poliziotto ha lavorato 30 festivi consecutivi su 33 totali in sei mesi, con un solo giorno di riposo festivo e 30 giorni continuativi senza pausa. Una condizione che ha comportato gravi rischi per salute e sicurezza”.
A sostegno dell’iniziativa è intervenuto anche Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega in Regione Piemonte, che ha dichiarato: “Le condizioni in cui sono costretti a lavorare le agenti e gli agenti della polizia penitenziaria del carcere Ferrante Aporti di Torino sono insostenibili. Un disagio ancora più forte per le donne in stato interessante che spesso vengono impiegate nei servizi operativi. Mi farò portavoce di quanto segnalato dall'Osapp per fare in modo che a livello regionale venga istituito un apposito garante e per creare le condizioni affinché all'interno della struttura venga ripristinato un clima di serenità e rispetto dei diritti, che passa anche dal confronto democratico con le organizzazioni sindacali. Serve l'attivazione urgente di un organo che sia in grado di vigilare e tutelare il lavoro di chi ogni giorno è in prima linea per garantire l'ordine e la sicurezza negli istituti detentivi e non deve avere meno diritti degli altri”.
Fabrizio Ricca
Una presa di posizione che rilancia l’allarme lanciato dagli agenti: lavorare in un istituto penitenziario minorile non può significare rinunciare alla tutela dei propri diritti fondamentali. E ora la parola passa alle istituzioni, chiamate a dare risposte immediate.
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