AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
07 Maggio 2025 - 18:55
la sindaca Elena Piastra
Alla fine, piazza dei Donatori è caduta. Non parliamo dell’ennesima conquista urbanistica, né di una rivoluzione nei trasporti. Tutto scritto nero su bianco nella delibera n. 102 del 6 maggio 2025 della Giunta comunale di Settimo Torinese, guidata dalla sindaca Elena Piastra: ha trasformato gli stalli della piazza da “alta rotazione” a semplici spazi di sosta a pagamento utilizzabili anche dai possessori di abbonamento.
Nella delibera si legge che la modifica è stata proposta da ABACO, la società concessionaria, per “ottimizzare la fruizione della piazza anche da parte dei numerosi residenti in possesso dell’abbonamento agevolato”.
Guarda caso, tra chi ne fa più uso ci sono i dipendenti comunali, com’è peraltro indicato nella stessa delibera. Un favore? Mannò...
Ma non è di questo che volevamo parlare. Incredibile ma vero: pur avendo avuto l’occasione, la giunta non ha modificato la regola per cui, se hai due auto e un garage, la famiglia pagherà il doppio — cioè 65 euro anziché 30 — anche se una resta al chiuso.
“Il meccanismo è questo — ci aveva detto un utente incazzato nero —: ti rechi diligentemente da ABACO, la società che gestisce i parcheggi a pagamento in città, per chiedere l’abbonamento per la macchina che decidi di lasciare fuori. Nessun problema, pensi, tutto regolare. E invece no! Ti guardano e, con fare burocraticamente ispirato, ti informano che pagherai anche per l’auto che rimarrà parcheggiata nel tuo garage. Avete capito bene: l’abbonamento ti costa come se avessi due auto in strada. Questi sono matti...”
Lo ritroviamo scritto con disarmante naturalezza anche nella delibera fresca di albo pretorio: “Nel caso del possesso di n. 1 garage o posto auto riservato e n. 2 auto, il nucleo familiare richiedente avrà diritto al rilascio di un solo abbonamento, tariffato come ‘2° ABBONAMENTO PER NUCLEO FAMILIARE’.”
Della serie: chi più ha, più paga. Anche se non usa. Anche se non occupa suolo pubblico. Anche se si è già organizzato per non creare problemi di parcheggio. Qui si paga e basta. E non è una barzelletta. Ci chiedevamo qualche tempo fa se, per caso, si fossero sbagliati a scriverlo. A quanto pare, no!
Che, in verità, non c’è da stupirsi. Stiamo parlando della stessa amministrazione guidata dalla stessa sindaca che in consiglio comunale si è battuta con energia – e con successo – contro i 15 minuti gratis per tutti, proposti dalle Opposizioni. Perché 80 mila euro — questo l’introito che si sarebbe potuto perdere — meglio sarebbe stato utilizzarlo in contributi e pubblicità.
Il messaggio è chiaro: il garage? Non serve a niente. Se hai due macchine, paga il doppio comunque.
La beffa? Sapete quanto costa un abbonamento a un “amministratore” pubblico? Appena 50 euro. E pazienza se ha il garage, due macchine, tre macchine. Un aiutino? Chiamatelo come volete, ma l'idea che chi comanda ad un certo punto perda la bussola e si crei dei "vantaggi" in verità un po' c'è.
E c’è anche di più. Lo sapete quanti stalli a pagamento ci sono in città? Ben 1.392. Praticamente ovunque: via Cavour, via Italia, piazza Vittorio Veneto, piazza Calamandrei, via Galilei, via Schiapparelli... con tariffe che vanno da 0,50 euro per la prima ora a 1 euro, a meno che un utilizzatore non si sia premurato di abbonarsi.
Un’ossessione. Una copertura militare. Una città blu, che impone un pedaggio al cittadino ogni volta che osa uscire in auto. Non c’è fascia di popolazione risparmiata: i pendolari pagano, i genitori pagano, i nonni che devono ritirare le analisi pagano. Paghi se resti cinque minuti, e paghi se resti due ore. Paghi se parcheggi sotto casa. Paghi sempre.
E certo, ci sono formule, eccezioni, app, colonnine intelligenti, abbonamenti residenti, tariffe ridotte per auto ibride, QR code, istruzioni a caratteri 8 sulla tastiera. Ma, alla fine, il messaggio è sempre lo stesso: se vuoi parcheggiare, devi pagare. O subito, o in abbonamento. E se sbagli una lettera della targa? Multa. Se l’app non funziona? Multa. Se non hai uno smartphone? Peggio per te.
Anche per questo i centri storici, un tempo luoghi di vita, relazioni, scambi, acquisti, oggi sono diventati deserti — beninteso, regolamentati.
I piccoli negozi, le botteghe, le cartolerie, i bar, gli artigiani — quelli che tengono in piedi la socialità urbana — sono i primi a pagare il prezzo di questa follia.
Perché, se per comprare il pane o andare a prendere un caffè al bar bisogna sborsare 1 euro di sosta, la gente rinuncia. O, peggio: va al centro commerciale, dove il parcheggio è gratis, l’ingresso è comodo e nessuno ti chiede di scansionare codici o registrare targhe.
La sosta a pagamento ovunque non ha migliorato la mobilità. Ha solo scoraggiato la presenza. E ogni nuovo stallo blu è una botta di piccone alla vitalità economica dei quartieri, un favore alla grande distribuzione e un colpo ai polmoni del piccolo commercio.
Questa non è una deriva “tecnica”, né un adeguamento “alla modernità”. È una scelta politica, consapevole e reiterata, fatta in nome degli incassi, non dei cittadini. E la cosa peggiore è che si continua a mascherarla con buone intenzioni: la mobilità sostenibile, i servizi digitali, la tutela dei residenti.
La verità? Le strisce blu non regolano la mobilità. La mortificano. Uccidono il commercio, svuotano le strade, inaridiscono le relazioni. Settimo non è un caso isolato: è un laboratorio nazionale di una tendenza che sta soffocando le città italiane. E finché si continuerà a ragionare in termini di tariffa al metro quadro, non ci sarà futuro per la prossimità. Solo parcheggi vuoti e serrande abbassate.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.