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07 Maggio 2025 - 12:23
Rivara riapre il sipario: dopo cinque anni e 300mila euro, il teatro torna a vivere tra memoria, arte e futuro
Cinque anni di attesa, una ristrutturazione da 300mila euro, tre amministrazioni coinvolte e un unico obiettivo: ridare voce e dignità al teatro di Rivara, storico cuore culturale del paese, chiuso dal 2018 e pronto ora a riaprire le sue porte con una cerimonia che promette emozioni e memoria collettiva. Domenica 11 maggio sarà il giorno del grande ritorno, una domenica di festa, di riflettori che si riaccendono e di voci che tornano a echeggiare tra quelle pareti che da fine Ottocento raccontano la storia di una comunità intera.
Alle 15.30 prenderà il via l'accoglienza, seguiranno esibizioni teatrali e musicali per celebrare la varietà e la vitalità dell’arte scenica, fino al taglio del nastro previsto per le 18.45, quando le autorità locali, con il sindaco Maurizio Giacoletto e l’assessore alla Cultura Marisa Basolo in testa, daranno il via ufficiale a una nuova stagione culturale. Non mancherà il rinfresco, perché ogni festa che si rispetti merita un momento conviviale.
Il teatro di Rivara, gioiello nato nell’Ottocento e sopravvissuto a epoche e cambiamenti, è tornato a nuova vita grazie a un lungo intervento che ha comportato efficientamento energetico, rifacimento dell’impianto elettrico, nuove pavimentazioni e coibentazione del palco. I lavori, avviati con l’amministrazione Quarelli, proseguiti con Andriollo e conclusi sotto l’attuale giunta Giacoletto, hanno visto lievitare l’investimento iniziale da 240mila a 300mila euro. E non è finita qui: all’orizzonte ci sono altri interventi, in primis il rifacimento del tetto e della facciata, necessari per completare il recupero strutturale dell’edificio.
A gestire il teatro sarà la Filodrammatica rivarese, completamente rinnovata, con un direttivo che promette slancio e radici. Presidente è il giovane Andrea Basolo, affiancato da figure chiave come Barbara Basolo, Lucia Simonetto e Giulia Gillone, e dai rappresentanti comunali Anna Davito Gara, Chiara Morra e Giancarlo Moia. Proprio Moia, attore e cabarettista da trent’anni, originario di Forno Canavese, rappresenta la continuità tra il passato glorioso e le nuove sfide artistiche: un volto amato, una garanzia di qualità e passione.
“Il teatro è il luogo dove l’arte incontra l’anima della comunità – ha dichiarato Marisa Basolo –. Questa riapertura è molto più di un evento: è un simbolo di rinascita e speranza per tutto il Canavese”. E in effetti, se la stagione teatrale vera e propria partirà solo in autunno, la giornata dell’11 maggio segna il primo atto di un nuovo spettacolo collettivo, quello che vede sul palco un intero paese e, dietro le quinte, la determinazione di chi non ha mai smesso di credere che la cultura, anche nei piccoli centri, sia fondamentale come l’aria.
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