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25 aprile a Settimo, Chiarle (Forza Italia): "Una festa privata della sinistra. E noi dovremmo pure stare zitti"

L'esponente di Forza Italia attacca: 'La sinistra si è intestata la Liberazione trasformando il 25 aprile in una festa di parte. A Settimo nessuno spazio per chi la pensa diversamente.'

"25 aprile a Settimo, Chiarle (Forza Italia): 'Una festa privata della sinistra. E noi dovremmo pure stare zitti'"

Giorgio Chiarle

Il 25 aprile continua a dividere. Dopo il post polemico del Partito Democratico che lamentava l'assenza dei Fratelli d'Italia e la toccata e fuga della Lega alle celebrazioni, arriva la dura replica di Giorgio Chiarle, esponente di Forza Italia.

"Sono sconcertato e disgustato dalla piega che, nuovamente, ha preso la ricorrenza a Settimo Torinese, la mia città", attacca Chiarle, che rivendica la presenza sua e di altri amici di Forza Italia alla fiaccolata del 24 aprile.

"Abbiamo partecipato come sempre, fino alla fine, lo dico a favore di eventuali conta-persone e contapassi...".

Nel suo racconto, Chiarle sottolinea di aver salutato figure politiche di diverso orientamento, da Aldo Corgiat e Dino Sportiello a Alessandro Scopel, oltre a esponenti centristi come Luca Rivoira e Giancarlo Brino.

 

"Ma non mi sono chiesto perché non fossero tutti presenti...", osserva, criticando chi usa l'assenza di alcune forze politiche come spunto per alimentare polemiche.

Durante le celebrazioni, Chiarle ha assistito al discorso dello storico Silvio Bertotto, che definisce "per metà emozionante, per l'altra evitabile".

"Lucida la ricostruzione dei sacrifici della liberazione, da una parte e dall'altra o quasi. Assolutamente fuori luogo invece – aggiunge – l'appendice sulla condanna dei ragazzi di Salò. È stata una brutta, non necessaria e non richiesta aggiunta, che ha rovinato il senso della commemorazione. Sembrava una festa privata."

Non sono mancati altri momenti che hanno lasciato Chiarle perplesso, come la polemica nata sull'intonazione della "Canzone del Piave".

"Ancora una volta è spuntato chi si domandava cosa c'entrasse... e giù di nuovo con Bella Ciao".

Chiarle esprime amarezza.

"Ci avevo sperato, confesso. Sperato che, finalmente, la festa del 25 aprile potesse dare dignità alla propria essenza, almeno nella mia città. Purtroppo, l'ideologia di una parte non lo permette: vuole intestarsi la festa in maniera più o meno violenta, anche solo con un commento stupido, spesso figlio di cattivi maestri o cattive maestre."

Il suo messaggio finale, però, non lascia spazio a equivoci.

"Per quanto mi riguarda, ci riguarda: viva l’antifascismo. Bella Ciao (ancora una volta). Viva l’Italia liberata. Evolvetevi."

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