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200mila ragazzi a piazza San Pietro per il Giubileo degli adolescenti: "Era uno di noi"

Striscioni, selfie e commozione: i "ribelli" di Bergoglio rendono omaggio al loro Papa nel primo grande evento dopo la sua morte

 Il viaggio di #PapaFrancesco verso Santa Maria Maggiore “vive” attraverso il “cammino” dei giovani

Il viaggio di #PapaFrancesco verso Santa Maria Maggiore “vive” attraverso il “cammino” dei giovani (FB Questura di Roma)

Magliette colorate, divise da boyscout, zaini sulle spalle e sorrisi che riempiono l’aria di speranza. Piazza San Pietro si è trasformata in un mosaico di emozioni per il Giubileo degli adolescenti, il primo grande evento dalla morte di Papa Francesco. L’austerità dei funerali ha lasciato spazio alla dirompenza di 200 mila ragazzi e ragazze giunti da ogni angolo del mondo, non solo per celebrare la loro festa, ma anche per rendere l'ultimo saluto a Bergoglio, partecipando alla seconda messa dei novendiali.

"Era uno di noi, la nostra bussola", ripetono i giovani mentre invadono via della Conciliazione come un fiume in piena, stringendo striscioni con su scritto "Grazie Francesco" e abbracciandosi sotto il sole romano. I "ribelli", come affettuosamente li aveva definiti il Pontefice, hanno fatto "rumore" – il rumore caro a Bergoglio – tra preghiere, canti e selfie, raccogliendosi in raccoglimento anche nella basilica di Santa Maria Maggiore, davanti al sepolcro visitato da decine di migliaia di fedeli.

Proprio oggi è emerso un video inedito di Papa Francesco, registrato nel gennaio 2025, destinato ai giovani. Con abiti informali e senza zuccotto, il Papa guarda nella telecamera del telefonino e dice: "Cari ragazzi e ragazze, una delle cose molto importanti nella vita è ascoltare, imparare ad ascoltare. Quando una persona ti parla, aspettare che finisca per capirla bene e, poi, se me la sento, dire qualcosa. Ma l'importante è ascoltare". E aggiunge il consueto invito: "Non dimenticate i nonni, che ci insegnano tanto".

Dal palco allestito a San Pietro, il cardinale Pietro Parolin si è rivolto direttamente agli adolescenti: "La gioia pasquale, che ci sostiene nell'ora della prova e della tristezza, oggi è qualcosa che si può quasi toccare in questa piazza; la si vede impressa soprattutto nei vostri volti, cari ragazzi e adolescenti che siete venuti da tutto il mondo a celebrare il Giubileo".

Parolin ha poi aggiunto: "A voi rivolgo un saluto speciale, che estendo anche ai vescovi, ai sacerdoti, ai catechisti, col desiderio di farvi sentire l'abbraccio della Chiesa e l'affetto di Papa Francesco, che avrebbe desiderato incontrarvi, guardarvi negli occhi, passare in mezzo a voi per salutarvi".

Tra una foto di gruppo e un sorriso trattenuto a fatica, i ragazzi raccontano cosa hanno imparato da Francesco. "Sappiamo vivere il dolore anche con il sorriso e custodire quello che ci ha regalato questo Papa", dice una giovane boyscout. "Francesco è stato un grande ammiratore di noi giovani, ci ha sempre spronato ad andare avanti, a rialzarci dopo le cadute", ricorda una ragazza, citando le parole della Gmg: "Non guardate mai gli altri dall'alto in basso a meno che non sia per aiutarli a rialzarsi".

"L'impegno che dobbiamo far nostro ora" conclude un altro ragazzo "è quello che ci ha chiesto il Papa: unirci nella preghiera, ricordandoci che nessuno si salva da solo".

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