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Addio a monsignor Giuseppe Cavallotto, vescovo emerito di Cuneo e Fossano

Si è spento a 85 anni all’ospedale Santa Croce di Cuneo. Per dieci anni aveva guidato le diocesi

Monsignor Giuseppe Cavallotto aveva 85 anni

Monsignor Giuseppe Cavallotto aveva 85 anni

È morto oggi, a 85 anni, monsignor Giuseppe Cavallotto, vescovo emerito delle diocesi di Cuneo e Fossano. A darne notizia è la Diocesi di Torino, che ha comunicato come il prelato fosse ricoverato da alcuni giorni all’ospedale Santa Croce di Cuneo per un aggravamento delle sue condizioni di salute.

Figura amatissima nelle comunità cuneesi, monsignor Cavallotto aveva guidato le due diocesi – allora unite in persona episcopi – dal 2005 al 2015, portando avanti il suo servizio con uno stile pastorale improntato all'ascolto, alla discrezione e alla prossimità verso i più deboli.

Nato nella frazione Noche di Vinchio, in provincia di Asti, il 13 febbraio 1940, Giuseppe Cavallotto aveva respirato sin da giovane l'atmosfera semplice e laboriosa della campagna piemontese. Entrato nel Seminario astigiano, fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1964, giorno di San Pietro e Paolo.

Nei primi anni di ministero, si dedicò ai giovani: fu direttore del Seminario minore di Asti per tre anni, esperienza che gli permise di mettere a frutto il suo naturale talento educativo. Proseguì poi gli studi a Roma, laureandosi in Scienze dell’Educazione presso l’Ateneo Pedagogico Salesiano. Una formazione che avrebbe segnato tutta la sua azione pastorale, sempre attenta ai processi formativi e alla crescita delle coscienze.

Dieci anni da vescovo: una presenza sobria e incisiva

Nel 2005, la nomina a vescovo di Cuneo e Fossano lo proiettò in un compito delicato: guidare due diocesi vicine ma con storie e identità distinte, cercando una sintesi rispettosa delle tradizioni locali.
Il suo episcopato fu segnato da un forte impegno sul fronte della pastorale giovanile, della formazione permanente del clero e dell’attenzione ai nuovi poveri, in anni segnati dalla crisi economica.

Non amava i clamori né le ribalte mediatiche. Preferiva la presenza concreta, silenziosa, che si manifestava nelle visite pastorali, negli incontri nelle parrocchie più piccole, nei colloqui senza orologio con chiunque bussasse alla sua porta.

Nel 2015, al compimento dei 75 anni, lasciò ufficialmente la guida delle diocesi, come previsto dal diritto canonico. Ma la sua vita di servizio non si interruppe: si ritirò a Fontanelle, nella diocesi cuneese, dove continuò a supportare i confratelli anziani e a collaborare nel santuario di Regina Pacis, mantenendo uno stile di vita semplice e sobrio, sempre vicino alla gente.

Negli ultimi anni, il suo impegno era stato limitato dalle condizioni di salute, ma non aveva mai cessato di testimoniare quella fede umile e concreta che lo aveva accompagnato per tutta la vita.

Con la morte di monsignor Cavallotto, la Chiesa piemontese perde una figura riservata ma profondamente amata, capace di rappresentare un modo di vivere il ministero lontano dalle luci della ribalta, tutto giocato nella fedeltà quotidiana ai valori evangelici.

Le esequie verranno celebrate nei prossimi giorni a Cuneo, in una cerimonia che si preannuncia sobria e partecipata, come lo stile che aveva sempre contraddistinto il suo cammino.

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