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Maltempo e agricoltura nel Canavese: 3 milioni di euro di danni, 130 aziende colpite (FOTO)

A Strambino il sopralluogo con l’assessore regionale Bongioanni. Alvei colmi, terreni devastati, raccolti compromessi: Coldiretti lancia l’allarme, “difendere questi campi significa difendere il nostro cibo”

Maltempo e agricoltura

Maltempo e agricoltura nel Torinese: 3 milioni di euro di danni, 130 aziende colpite

Una pioggia che devasta, un fiume che rompe gli argini, un conto da milioni. Dopo l’ondata di maltempo del 18 aprile, il Torinese si risveglia con una mappa agricola a brandelli: 130 aziende danneggiate, stime di perdita attorno ai 3 milioni di euro, territori alluvionati da nord a sud. E ancora una volta, la prima risposta arriva dalla terra, dagli agricoltori che segnalano, denunciano, chiedono soluzioni. A raccogliere la voce del comparto, Coldiretti Torino, che ha coinvolto la Regione in un sopralluogo urgente a Strambino, uno dei Comuni più colpiti lungo la Dora Baltea.

Lì si sono dati appuntamento l’assessore regionale all’Agricoltura Paolo Bongioanni, il presidente provinciale Bruno Mecca Cici, il direttore Carlo Loffreda, i sindaci di Vische, Borgomasino, Vestignè, e i responsabili di zona Coldiretti. I numeri sono impietosi: 15 aziende colpite in Valle di Susa, con un caso a Susa in cui i locali di lavorazione sono stati completamente sommersi; 20 nel Pinerolese, una trentina tra Chivassese e cintura nord di Torino, 2 nel basso Canavese, oltre 70 tra Eporediese e Alto Canavese. A Strambino si conta il picco: 11 aziende agricole allagate, terreni devastati, colture perse.

Durante il sopralluogo, Bongioanni ha constatato di persona la gravità della situazione: cereali erosi, campi spaccati da solchi, fango che compromette la fienagione, strato fertile del suolo completamente asportato, in molti casi perdita parziale o totale del raccolto. Alcuni terreni, dicono i tecnici, non torneranno fertili prima di due o tre anni. Non solo colture: cascine, stalle, macchinari danneggiati, pascoli e vigne collinari franati in seguito a smottamenti.

L’assessore ha promesso l’attivazione immediata della struttura regionale per accedere al Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. “La cosa più urgente – ha dichiarato – è trasmettere tutti i danni ai Comuni, così che possano inoltrarli alla Regione. Solo con una perimetrazione precisa dei fondi colpiti potremo chiedere rimborsi efficaci al governo”.

Ma il nodo vero, come denuncia Mecca Cici, non sono solo i rimborsi: è la prevenzione che non funziona. “Le piene – spiega – non sono più eventi straordinari. Sono veloci, violente, ingestibili. Gli alvei sono pieni di ghiaia e sabbia, le protezioni spondali saltano sempre in punti nuovi, segno che i modelli di contenimento sono superati. Dobbiamo rivedere tutto, aprire una vertenza seria su come proteggere davvero i nostri campi dal clima che cambia. Questi terreni lungo i fiumi sono i più fertili, spesso gli unici coltivabili. Difenderli vuol dire difendere il nostro cibo.

Altro fronte scoperto: le assicurazioni. “Gli agricoltori – sottolinea Coldiretti – non hanno coperture accessibili e adeguate. I premi sono troppo alti, le risposte tardive. Non possiamo trattare i campi come se fossero capannoni industriali. Non si spostano, non si ricollocano. Si curano, si proteggono.”

Bongioanni ha promesso di portare tutte queste istanze alla prossima Conferenza Stato-Regioni sull’agricoltura, prevista nei prossimi giorni a Genova. Ma intanto le aziende agricole del Torinese non possono aspettare le buone intenzioni. Hanno bisogno di interventi rapidi, fondi certi, strumenti assicurativi veri e politiche che vadano oltre l’emergenza.

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